Confindustria Piemonte: “Un 2025 in salita per imprese: produzione in calo, occupazione stabile”
L’indagine evidenzia segnali di difficoltà per la manifattura, mentre i servizi mostrano una crescita moderata. Preoccupazioni per energia e costi
TORINO – Il Centro Studi dell’Unione Industriali di Torino ha presentato i dati dell’indagine congiunturale relativa al primo trimestre 2025, che fotografa un quadro complesso per le imprese piemontesi. La produzione rallenta (-4,6% nel saldo ottimisti/pessimisti), così come ordini (-6%) ed esportazioni (-9%). Tuttavia, si registra stabilità per occupazione e investimenti, con il 77% delle aziende che mantengono attivo l’utilizzo degli impianti.
L’indagine, condotta su un campione di 1.300 aziende, riflette le incertezze economiche e geopolitiche, aggravate dai timori per l’aumento dei costi energetici e delle materie prime.
“Gli investimenti privati rappresentano la miglior politica industriale,” ha dichiarato Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte. “Grazie ai correttivi della manovra di bilancio sull’Ires premiale e al Piano Industria 5.0, integrati dalle risorse del Pnrr, possiamo sostenere lo sviluppo delle imprese. Tuttavia, è cruciale gestire l’aumento dei costi energetici senza allarmismi e mantenere il credito accessibile”.
Confindustria: differenze territoriali e dimensionali
Le attese sulla produzione variano a seconda della provincia:
- Negative: Vercelli (-28,9%), Biella (-9,9%), Alessandria (-8,4%), Novara (-6,6%).
- Positive o stabili: Torino (+0,3%), Asti (+10,3%), Canavese (+2,5%).
Le grandi imprese (50 o più dipendenti) mostrano maggiore resilienza (-0,8%) rispetto alle piccole aziende (meno di 50 addetti, -6,2%).
Il comparto manifatturiero registra una contrazione significativa (-12,7%), con le difficoltà maggiori nei settori:
- Automotive: -27,1%.
- Metalmeccanico: -21,8%.
- Tessile: -11,6%.
Per contro, il terziario continua a crescere (+13,7%), trainato dalle imprese ICT (+25%) e da altri servizi, con l’eccezione di commercio e turismo (-7,9%), dove la stagionalità incide negativamente.
Investimenti e Cig
Il 23,6% delle aziende pianifica l’acquisto di nuove attrezzature, dimostrando la volontà di guardare oltre le difficoltà. Parallelamente, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (Cig) aumenta, toccando il 18,6% nel manifatturiero.