Castellazzo, nasce il comitato contro il deposito di scorie nucleari
Salone gremito alla Soms, gli interventi del sindaco Ferraris, del presidente della Provincia Benzi e del vicepresidente del consiglio regionale Ravetti
CASTELLAZZO – Tre fogli formato A3 zeppi di nomi, recapiti telefonici ed email: sono quelli delle persone che stanno per creare il Comitto castellazzese contro l’impianto per lo smaltimento delle scorie nucleari a poche centinaia di metri dai confini del paese.
E’ uno dei risultati, il più importante, dell’assemblea che l’amministrazione comunale ha convocato alla Soms, dopo che, a fine novembre, sono stati resi noti gli esiti della seconda fase per l’individuazione del sito da parte di Sogin.
“Le amministrazione stanno facendo, tutte, un percorso comune e condiviso: non maggioranza o minoranza, ma una azione congiunta – spiega il sindaco, Gianfranco Ferraris – a tutela del nostro territorio. Avere con noi tutti i cittadini, pronti alla mobilitazione e ad azioni forti, è fondamentale”.
In provincia tutti i 5 siti del Piemonte
Ferraris e il presidente della Provincia Luigi Benzi, anche come sindaco di Quargnento, hanno illustrato tutte le tappe e, anche, i criteri, in base ai quali Sogin ha individuato i 51 siti in Italia, “di cui 5 in Piemonte, tutti nella provincia di Alessandria”.
Una relazione dettagliata, anche per evidenziare le criticità, in particolare, del sito AL3, che interessa i comuni di Alessandria e Oviglio, quello a meno di 500 metri dal territorio di Castellazzo, che ha spinto il primo cittadino prima a partecipare alla riunione di tutti i centri interessati e poi a scrivere le obiezioni e convocare i concittadini.
I due coordinatori
“Ferraris si è mosso nel modo migliore, a tutela di Castellazzo – così il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti – Molto importante il coinvolgimento dei cittadini e delle cittadine. Questa nostra terra ha già subito tanto, anche troppo, a livello ambientale: la politica fa la sua parte, ma anche l’azione forte della gente è un messaggio chiaro a Sogin. Le obiezioni sono tutte corrette”.
Da Castellazzo, soprattutto, si è segnalata la falda acquifera superficiale, in zona Rampina, e la vicinanza al centro abitato.
“Attiviamoci subito. A oggi nessuna decisione è stata presa per il sito AL3 e, quindi, per Castellazzo – così il professor Tino Balduzzi, di Medicina Democratica – ma dobbiamo essere pronti se servirà una reazione rapida”.
Proprio il professor Balduzzi e Monica Moccagatta, di ‘Valle Bormida Pulita’, si sono presi l’impegno di coordinare il comitato a convocare, a brevissimo, la prima riunione.