Alessandria piange Osvaldo Spinacorona, storico ristoratore
Martedì scorso i funerali. La commossa lettera-ricordo di un nostro lettore
ALESSANDRIA – Si sono svolti martedì nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria i funerali di Osvaldo Spinacorona, storico ristoratore cittadino, scomparso il 3 gennaio a 81 anni. Un lettore ci ha inviato un commosso ricordo.
Osvaldo Spinacorona ci ha lasciato qualche giorno fa. In un mondo in cui il mestiere di cuoco è cresciuto fino a diventare riferimento culturale di massa, e in cui gli epitaffi non si negano a nessuno, la morte di uno che, invece, nel settore della ristorazione alessandrina ha detto qualcosa di molto significativo sembra passare come se niente fosse. Eppure, al di là della retorica del commiato, Alessandria lo ricorderà con affetto. E la sua creatività vivrà ancora attraverso l’impegno dei figli Edoardo e Roberto e della loro madre, che continuano nel ristorante di famiglia.
Osvaldo arriva in Alessandria da Tramonti, patria della quasi totalità dei pizzaioli della città, dopo un rapido passaggio dalla riviera ligure. Non intraprende la strada tipica dei suoi concittadini di origine, preferendo gestire, con la famiglia, il rinomato Ristorante Castel Marengo dell’omonimo hotel a Spinetta Marengo. Nell’estate del 1974 cambia orizzonte e si sposta in città di fronte allo Stadio Moccagatta, in spalto Rovereto, rilevando l’allora Trattoria Stadio, a cui cambia nome in Ristorante Al Forchettone.
Spinacorona, una lunga storia
Comincia una stagione lunga più di 25 anni, piena di aneddoti, storie personali e frequentazioni illustri che il Forchettone ha incorniciato. E che Osvaldo ha plasmato prima come cameriere e poi come cuoco autodidatta, facendone un punto fermo della ristorazione alessandrina e non solo.
Per citare il piatto più iconico, ancora in carta nel locale dei figli, l’inimitabile “Sua” Tagliata al pepe verde e rosmarino.
Edoardo e Roberto continuano a deliziarci nel ristorante Spinacorona al quartiere Orti, in zona università in via Rossini. Luogo in cui negli ultimi anni Osvaldo spesso si faceva notare per la sua silenziosa presenza in disparte, in compagnia dei nipoti. A testimonianza del tempo che passa nella delicata fotografia di chi ha saputo costruire qualcosa di vero e duraturo.
L’Alessandria in cui Osvaldo Spinacorona ebbe la capacità di proporre cucina di qualità, cibo come cultura e relazione, era alla fine dell’onda lunga dei 30 anni dello sviluppo economico post guerre trainato da industria e commercio. Iniziavano a determinarsi le condizioni della lenta discesa di cui vediamo gli effetti oggi. Tempo in cui, invece, l’ostentazione del cibo ricercato sembra più che altro, appunto, ostentazione o maschera. Osvaldo ha saputo interpretare il suo tempo, a noi tocca ancora capire il nostro.