Natale, gli andarini sono la tradizione di tante famiglie
Sulla tavola delle feste
OVADA – Era tradizione mangiarli a Natale. Ma quanti si ricordano o ancora fanno gli andarini, pasta secca dell’ovadese con una lunga tradizione alle spalle? La ricetta è semplice: farina, uova, sale e tanta pazienza sono gli ingredienti base.
“Si prepara un impasto a forma di pagnottella – spiega Lucia Barba, professoressa che ha raccolto la tradizione gastronomica cittadina nel suo libro “Il Re Agnolotto e il Principe Andarino”- con uova e farina. Le proporzioni variano da 2 etti di farina per 3 tuorli d’uovo a 250 grammi di farina per 4 uova intere non troppo elastico ma sodo in modo che non si attacchi. La pagnottella può essere adoperata nell’arco di due giorni. Si prende una piccola quantità di pasta pari a mezzo grissino e poi si fa scorrere sull’apposita tavoletta di legno scanalata, facendo pressione con il pollice in direzione obliqua rispetto alle scanalature”.
In ogni famiglia dell’Ovadese c’è stata una nonna in grado di effettuare quest’operazione con una manualità sviluppata in tanti anni di pratica. A raccontarlo nel dettaglio è anche Paolo Bavazzano, studioso di storia locale, che ha dedicato all’argomento del cibo di Natale tante ricerche e articoli.
Patrimonio comune
Fino a qualche anno fa gli andarini di Natale sono stati in vendita in un famoso negozio di alimentari che ha concluso la sua attività. Un inno al gusto e al patrimonio di radici comuni”. “Ricordo mia nonna – continua la studiosa di alimentazione locale- che munita di tavola legata in vita sopra al grembiule faceva scorrere la pasta che finiva direttamente dentro al setaccio, per poi farla riposare nella carta velina per l’essicazione”.
Il piatto serviva a dare sostentamento e a rendere più digeribile il brodo di gallina o di cappone che da sempre l’accompagna. Nella cultura contadina il brodo di carne era un lusso che ci si poteva concedere solo durante le feste. La produzione degli andarini si può far risalire all’Ottocento, si usava dare alle persone anziane o convalescenti essendo un piatto leggero ma allo stesso tempo ricco di sostanza”.
Ma come ogni lunga tradizione ogni famiglia nel tempo la fa sua, e la preparazione può essere diversa. Rimangono costanti gli ingredienti che spesso variano di proporzione o quantità.