Cantina di Lerma, la minoranza in Unione vuole fare chiarezza
Sullo sfondo la gara per l'affidamento della struttura sviluppata tra il 2023 e la primavera dell'anno in corso e mai di fatto arrivata a una conclusione
LERMA – Quale futuro per la “Cantina di montagna” di Lerma. A voler fare luce sull’attuale stallo prolungato dell’ex centro di vinificazione collocato tra Casaleggio e Lerma stessa sono i consiglieri di minoranza all’interno dell’Unione dal Tobbio al Colma Alessandro Figus (Belforte), Gloriano Alloisio (Lerma), Roberto De Marco (Mornese). I tre esponenti delle opposizioni nei rispettivi paesi hanno inviato una richiesta di discussione a proposito della cantine che «da tempo – si legge nella comunicazione ufficiale – appare abbandonata al degrado e svuotata di tutte le attrezzature, dopo il fallimento della società che ne gestiva l’attività».
Sullo sfondo la gara per l’affidamento della struttura sviluppata tra il 2023 e la primavera dell’anno in corso e mai di fatto arrivata a una conclusione dopo la presentazione di un’unica offerta da parte di un soggetto interessato. E dire che all’inizio della parabola, il centro sarebbe dovuto diventare un riferimento per tutta la Provincia.
Stallo incomprensibile
La Cantina di Lerma ha rappresentato per anni un punto di riferimento per l’attività vitivinicola dell’area sulla quale gravita. I problemi sono nati quando gli stessi conferitori delle uve hanno iniziato a lamentare i mancati pagamenti. Il punto di non ritorno è stato raggiunto nel 2018 con il fallimento della società. Nell’aprile 2023 è partito l’iter per l’individuazione di un nuovo soggetto. La procedura ha portato alla presentazione di un’unica offerta. Ma nel maggio di quest’anno il soggetto proponente aveva spiegato di non aver più avuto indicazioni in merito.
«Come si può ben comprendere – si legge nella nota inviata dai tre consiglieri di minoranza – una situazione questa che ha aspetti che devono assolutamente essere chiariti, per questo abbiamo avanzato la richiesta di discuterne in Consiglio. Troppo importante è il valore della struttura costruita con soldi pubblici e orientata ad attività di supporto all’agricoltura, ma anche per consentire un turismo sostenibile, il commercio di prodotti locali tipici ed eventuale ristorazione e recettività qualificata, per non avere l’attenzione dovuta. Tutto questo, peraltro, nel silenzio più assoluto delle Amministrazioni comunali ma anche delle forze politiche presenti sul territorio».