Alessandria, agente aggredito nel carcere San Michele
Un detenuto tunisino aggredisce un poliziotto penitenziario. Il Sappe denuncia: "Sicurezza al collasso, necessario intervento urgente"
ALESSANDRIA – Un nuovo episodio di violenza ha scosso il carcere San Michele di Alessandria. Nella mattinata di ieri, un detenuto tunisino, in sala socialità, ha aggredito un agente della Polizia Penitenziaria. Dopo essere uscito dalla saletta senza autorizzazione, il detenuto si è scagliato contro l’ufficio box dove l’agente stava svolgendo un colloquio con un altro recluso. Ignorando gli inviti a rientrare, il detenuto ha atteso che l’agente terminasse per poi colpirlo con pugni al volto, spingendolo contro il muro.
Solo il rapido intervento di altri poliziotti e di alcuni detenuti ha evitato che la situazione degenerasse ulteriormente. L’agente, contuso, ha ricevuto la solidarietà del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). “Siamo alla follia – commenta Vicente Santilli, segretario piemontese del SAPPE – I detenuti arrivano a sfasciare le carceri per richieste assurde. La sensazione di impunità nelle carceri piemontesi è ormai a livelli allarmanti”.
Anche Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE, interviene con toni decisi: “Il sistema di sicurezza penitenziaria non è più adeguato. È urgente che l’Amministrazione penitenziaria adotti misure efficaci, come l’applicazione dell’articolo 14 bis per i detenuti violenti, con restrizioni più rigide”. Capece ribadisce inoltre la necessità di istituire strutture dedicate dove detenuti pericolosi possano scontare le loro pene in regime chiuso, garantendo maggiore tutela al personale carcerario.
Il SAPPE chiede un incontro urgente con i Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per affrontare le criticità del sistema penitenziario, riaffermando la necessità di una “tolleranza zero” verso chi infrange le regole all’interno degli istituti.