Alessandria: tentata rapina al portavalori dell'Esselunga. Uno dei banditi già fermato?
ALESSANDRIA - ORE 10.23 - Sono in corso le ricerche dei banditi (uno sarebbe già stato fermato) che, di prima mattina,…
ALESSANDRIA – Illustrati questa mattina al Comando Provinciale dei Carabinieri i dettagli di un fatto di cronaca che ha interessato le città di Valenza e Crotone. Al centro dell’attenzione, la tentata rapina al laboratorio orafo di Valenza dello scorso agosto e l’arresto di una banda ben organizzata, resa possibile grazie a un’indagine meticolosa.
Dopo i primi due arresti avvenuti nell’immediatezza, l’attività degli investigatori si è concentrata anche sul ruolo del basista. Secondo l’accusa sarebbe stato Riccardo Mancuso, 24 anni, residente a Valenza, a fornire fornire il supporto logistico e le informazioni per il colpo. Cugino di Donatello Mancuso, uno degli esecutori materiali del piano, il giovane si sarebbe assicurato che i complici provenienti dalla Calabria avessero tutto il necessario per agire, dal veicolo alla conoscenza del territorio.
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Il 29 agosto 2024, il tentativo di rapina è stato sventato grazie alla prontezza di una dipendente della gioielleria, che ha attivato l’allarme poco dopo che uno dei membri della banda, travestito da corriere, si era fatto aprire la porta fingendosi un corriere. La fuga della banda si è divisa su due auto rubate, ma due membri – Bensaci Razki Djafar e Giuseppe Dino Pantisano – sono stati bloccati dai carabinieri dopo un inseguimento.
Gli altri membri, tra cui Donatello Mancuso e Michele Colombraro, entrambi originari di Strongoli, sono riusciti a far perdere le loro tracce. Sono stati individuati e arrestati successivamente grazie alle intercettazioni telefoniche e alla visione di ore di filmati di videosorveglianza.
Le autorità hanno sottolineato l’importanza di un lavoro investigativo certosino, che ha incluso l’analisi delle celle telefoniche e dei tabulati, rivelando i movimenti dei malviventi tra Strongoli e Valenza nei giorni precedenti al colpo.