La paura di venire a sapere
La paura di venire a sapere ("Fear of Finding Out") è uno dei bias più sottili, ma forti e pregiudica la capacità di affrontare un problema
La diffusione dei chatbot basati sull’Intelligenza Artificiale Generativa e l’efficacia con cui si dimostrano in grado di raccogliere informazioni, articolare risposte, condurre analisi, proporre suggerimenti e strategie indicano un futuro in cui sarà sempre più importante saper scegliere fra gli input ricevuti.
Gli esseri umani però, diversamente dalle macchine e dagli algoritmi, non sono esseri solamente razionali e, di fronte alle scelte, sono più spesso di quanto si crede intrappolati dai propri pregiudizi (“bias cognitivi”): diamo credito alle soluzioni che confermano ciò che già pensiamo, ci spaventano i cambiamenti, ci accodiamo alle tendenze popolari, sovrastimiamo le nostre competenze diffidando degli esperti che propongo una versione differente da quella che abbiamo in mente.
L’effetto FoFo
Fra queste trappole della scelta, in qualche circostanza, abbiamo persino paura di venire a sapere, temiamo di scoprire di aver commesso un errore, di soffrire di una malattia, di incorrere in un fallimento o nella riprovazione sociale. È un blocco psicologico che si definisce FoFo (“Fear of Finding out”) che porta a posticipare e quindi aggravare la situazione che ci affligge.
Il percorso per superare questo bias può servirsi del digitale per raccogliere informazioni e consultare possibili soluzioni, ma non può esentare dal maturare in sé la consapevolezza del dover affrontare il problema. Solo così si riuscirà a pianificare, soppesando i pro e i contro, ciò che è necessario per risolverlo e soprattutto ci renderà pronti anche a compiere il passo più difficile. Chiedere aiuto a chi ci sta accanto.