Caso Fubine: la Cassazione ha deciso, il Pd attacca Pettazzi
FUBINE - Il Pd, per bocca del segretario provinciale Otello Marilli e del segretario di Fubine Mauro Antonio Longo, interviene…
FUBINE – Il giudizio della Corte di Cassazione, per definizione, dovrebbe porre la parola fine a ogni discussione. Dovrebbe in qualche modo fornire una visione “tombale” della vicenda per cui le parti contendono. Formalmente è stato così anche per l’intricata diatriba che, ormai da cinque anni, coinvolge a Fubine il sindaco Lino Pettazzi e il Partito Democratico. Tutto nasce appunto a fine 2019, quando in seguito a un ricorso al Tar (e poi di un ulteriore ricorso del Comune al Consiglio Di Stato) nei confronti di una delibera consiliare approvata in loro assenza, i consiglieri di opposizione Chiara Longo, Pasquale Accardi e Jacopo Garlasco vennero dichiarati decaduti dal loro ruolo in Consiglio, salvo poi essere riammessi con il proseguo della vicenda legale.
Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti. Tra querele, manifesti affissi per il paese e pronunciamenti dei vari organi di Giustizia, nel 2023 si è tornati alle urne e Pettazzi, nel frattempo passato da membro del parlamento a segretario provinciale della Lega, ha sbaragliato la concorrenza di Daniela Faletti, venendo riconfermato alla guida del paese con un lusinghiero 69.5% di preferenze. La querelle (due elle stavolta) tuttavia non si è fermata neanche in questi tempi più recenti.
Caso Fubine: la Cassazione ha deciso, il Pd attacca Pettazzi
FUBINE - Il Pd, per bocca del segretario provinciale Otello Marilli e del segretario di Fubine Mauro Antonio Longo, interviene…
L’ultimo ricorso in Corte di Cassazione dell’Amministrazione comunale ha nuovamente favorito i tre consiglieri a suo tempo estromessi (e non ricandidatisi alle ultime elezioni), in pratica dando torto al Comune.
Da qui ripartiamo. Il Pd ha affisso manifesti e diramato una nota (per mano del portavoce Mauro Antonio Longo) che sostanzialmente li ricalca: «L’Amministrazione ha intrapreso ben nove cause legali da lei intentate, venendo nove volte condannata a pagare le spese processuali di oltre 96mila euro alla minoranza e per un totale di circa 200mila euro a carico dei fubinesi», riassumono i dem. «A più di undici mesi dalle sentenze definitive, queste somme non risultano ancora minimamente pagate», prosegue il Pd chiedendo spiegazioni e accusando il sindaco «di non rispettare le leggi e le decisioni giudiziarie, e di voler eliminare le voci dell’opposizione con azioni legali che si sono dimostrate fallimentari».
E il primo cittadino Lino Pettazzi come commenta? Quali sono le repliche a queste pesanti parole? “Può aiutarci a capire il suo punto di vista e darci la sua chiave di lettura?”: questo avremmo voluto chiedere al sindaco, ma la richiesta di una risposta alle nostre lecite domande si è tradotta in un nervoso e scomposto – parafrasiamo… – «no comment», con contorno di promesse di querela (questa volta pure per noi) qualunque cosa avessimo scritto su di lui, a proposito di questa vicenda. Una vicenda che, torniamo alla premessa di queste righe, potrà pure formalmente definirsi conclusa sul fronte dei tribunali, ma che evidentemente non ha smesso di prudere e di far parlare i cittadini di Fubine.