Poesia da Felizzano per ricordare l’alluvione
L'autrice, Fernanda Vairo, e le rime dedicate al Tanaro
FELIZZANO – Una poesia per ricordare quanto accaduto trent’anni fa.
Arriva da Felizzano, uno dei paesi più colpiti. La parte bassa del borgo, quella del campo sportivo per intenderci, venne completamente allagata; gli abitanti sono stati salvati soprattutto utilizzando i canotti.
A scrivere la lirica, è Fernanda Vairo, che ringraziamo per avercela inviata.
6 novembre
Era novembre, il giorno 6,
una domenica che dimenticare vorrei,
quando il tuo scorrere limaccioso e lento
divenne furia in un momento.
Come da un sonno molto agitato
tu ti sei all’improvviso svegliato;
forse a qualcuno l’avevi detto
che il tuo letto era diventato stretto.
Ma lo sai, che vuoi che sia,
qui c’è tanta burocrazia,
e se uno vuol farsi capire
deve almeno farsi sentire.
Così stanco ed incompreso
alla tua ira ti sei arreso,
come una guerra hai dichiarato
all’uomo che ti ha sempre sfruttato.
Un amico sincero un tempo eri,
meta di svago dai tanti pensieri,
il mare dei poveri di te si diceva,
ma alla povera gente quanto piaceva!
Nelle tue acque limpide e chiare
si poteva così tranquillamente pescare
e ogni volta che il pesce abboccava
il pranzo e la cena ci si assicurava.
Un prezioso commercio spesso nasceva
quando a quei tempi poco si aveva,
ed era una festa, una vera occasione,
mangiare quel pesce, magari in carpione!
E per collegare entrambe le sponde
grandi barconi solcavan le onde,
come nel porto di un grande mare
c’era la gente da traghettare.
E quando il ponte fu costruito
il nostro paese ad altri fu unito,
migliorando così l’attraversamento
che durava solo qualche momento.
Oggi invece è tutto cambiato,
ed è proprio l’uomo che ti ha peggiorato.
Vedevi in lui un amico leale,
invece ti ha fatto solo del male.
Quelle acque un tempo limpide e chiare
ora le possiamo solo sognare,
e quei pesci che erano una tentazione
oggi sono tutti in via d’estinzione.
E a coloro che il tuo corso han deviato
tu lo hai chiaramente dimostrato:
è cosa assai ardua e dura
il voler sempre andare contro natura.