Ricordo, celebrazione e prevenzione: ecco il Memoriale Alluvione 1994
ALESSANDRIA – Da oggi, il Memoriale Alluvione 1994 è accessibile a tutti, un'iniziativa per commemorare e preservare la memoria di…
ALESSANDRIA – Oggi, in occasione del trentesimo anniversario della devastante alluvione del 6 novembre 1994, l’Ordine degli Ingegneri di Alessandria ha tenuto un incontro commemorativo per riflettere su uno degli eventi più drammatici della storia del Piemonte. L’alluvione del Tanaro, che causò 68 vittime – di cui 14 ad Alessandria – e ingenti danni infrastrutturali, fu una tragedia senza precedenti, colpendo duramente il territorio e lasciando alcuni centri abitati isolati per giorni.
Il presidente dell’Ordine, Marco Colombo, ha aperto l’incontro con parole che esprimono la necessità di ricordare e prevenire: “Dobbiamo tenere viva l’attenzione sulla difesa del territorio. Dopo 30 anni, le nuove generazioni rischiano di sottovalutare il problema, pensando che le alluvioni riguardino altre regioni. Ma non è così: il territorio è cambiato, e i fenomeni atmosferici sono sempre più estremi.”
Colombo ha sottolineato il ruolo fondamentale del sistema della Protezione civile, allora appena istituito, nel rispondere con prontezza all’emergenza. La mobilitazione collettiva, spontanea ed efficiente, permise una rapida ricostruzione, cancellando le tracce dell’evento e ridonando sicurezza alla popolazione.
L’incontro ha visto la partecipazione di tecnici e volontari intervenuti durante l’emergenza del 1994, ma ha anche messo in luce le strategie da adottare per prevenire nuovi disastri. Colombo ha richiamato l’importanza di una “costante manutenzione” del territorio, libera da ideologie, e ha ribadito che “il pericolo esiste, ma il rischio può essere contenuto”. È fondamentale, ha aggiunto, una collaborazione tra tecnici, amministratori e cittadini, consapevoli del rischio e uniti nell’impegno alla prevenzione.
Tra i temi affrontati, Colombo ha anche sottolineato la necessità di soluzioni innovative per la mitigazione del rischio alluvionale e la protezione del territorio. “La protezione del territorio è un risultato complesso, che richiede un approccio multidisciplinare. L’ingegneria dovrà fare sintesi e attuare i progetti, integrando soluzioni tradizionali e nuove strategie.”
L’incontro ha anche aperto una riflessione sul futuro della professione ingegneristica e sul problema della fuga di talenti da Alessandria. Colombo ha espresso preoccupazione per l’assenza di una facoltà di ingegneria in provincia, che costringe i giovani a studiare fuori sede, spesso senza fare ritorno: “Le imprese faticano a trovare risorse e preferiscono localizzarsi altrove.” Per invertire questa tendenza, il presidente ha auspicato che più giovani si avvicinino agli studi di ingegneria “classica”, capaci di affrontare le sfide concrete del territorio e delle sue esigenze di sicurezza.
Colombo ha concluso il suo intervento ricordando come eventi estremi si stiano facendo sempre più frequenti e imprevedibili, richiamando alla necessità di un impegno costante nella protezione del territorio. “L’emergenza del ’94 ci vide tutti in campo; molto è stato fatto e molto resta ancora da fare. Le alluvioni arrivano, e la cronaca di questi giorni ce lo conferma”.
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