‘Oltre’, cinque storie di libertà fuori dalla violenza
Il podcast autoprodotto da Me.dea con LaV Comunicazione, inserito nel progetto 'Save' per una diversa comunicazione
ALESSANDRIA – Alice, libera e indipendente, scopre la violenza a 40 anni. Sandra dice ‘basta’ dopo 50 anni di matrimonio. Lucia ha due bambini e trova accoglienza in una casa rifugio. Samira vive il suo incubo più grande in Italia, dopo un matrimonio combinato. Michela ha solo 18 e alla prima esperienza affettiva scopre la manipolazione e il controllo.
Cinque storie, età diverse, “perché la violenza può colpire ognuna di noi”, i nomi sono di fantasia, i contenuti sono elaborati dalle operatrici del Centro antiviolenza Me.dea, ma c’è molto dei casi affrontati quotidianamente da oltre quindici anni, per spiegare situazioni, reazioni, interventi. Tutto in un podcast, che l’associazione guidata da Sarah Sclauzero ha deciso di autoprodurre, dopo un percorso di elaborazione condiviso con LaV Comunicazione, in particolare il suo project manager Enzo Governale.
E’ un capitolo importante di Save – Sensibilization Against ViolEnce – finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità con Regione Piemonte. Soprattutto è la scelta di una comunicazione diversa, diretta, immediata, facilmente fruibile, didascalica e, al tempo stesso, molto analitica
Perché ogni puntata, cinque appunto, è fatta da una storia e da un approfondimento. Con una attenzione “al linguaggio – come spiega Chiara Saletta, operatrice, e coordinatrice del progetto – per eliminare i troppi stereotipi, per abbandonare quel racconto della violenza che, spesso, è solo pornografia del dolore e spettacolarizzazione”.
“Di violenza si parla molto, ormai non più solo per il 25 novembre, Ma serve, accanto alla quantità di informazione, anche, e soprattutto – insiste Saletta – la qualità, anche nella forma“.
Ecco il podcast, risultato di un lavoro durato un anno, che può diventare strumento di formazione e di prevenzione, anche nelle scuole, dove Me.dea è attiva.
Il racconto, le interviste
La forma è una scelta, efficace, per trasmettere anche storie positive, “perché dalla violenza si esce – insiste Sclauzero – ed è giusto spiegarlo a chi si trova immersa nel buio di una condizione violenta, o ha anche solo i primi segnali. Violenza domestica, fisica, psicologica, emotiva: emerge la forza di resilienza delle donne, che escono dal tunnel, grazie anche al lavoro dei nostri centri. Il podcast serve a indicare anche i segnali di allarme, per chi li subisce direttamente, ma anche per chi li coglie dall’esterno e crea una rete che abbraccia la donna, la guida e la aiuta”.
Uomini e donne
Anche la componente maschile è fondamentale, “perché la violenza di genere non è solo un problema delle donne”. Oltre al supporto tecnico, Enzo Governale ha partecipato al format e, nell’approfondimento che, in ognuna delle cinque puntate segue la storia, è colui che intervista. “Ho condiviso le ragioni di questi percorsi, intimi e di coraggio, e la volontà di fornire uno strumento a chi è coinvolto, Un modo di fare la differenza, anche attraverso le storie positive”.
E Governale usa una immagine molto efficace, “cinque puntate, come cinque sono le dita di una mano. Che può essere quella che commette violenza, ma anche quella di chi la alza pe chiedere aiuto e di chi, come Me.dea, la tende”.
Le storie sono lette da Lodovica Reggio, operatrice e attrice amatoriale. Le risposte di Sclauzero, Reggio, Chiara Pretato, Maryam El Hlimi e Agnese Corte. la copertina è di Mara Mayer, responsabile eventi, per dire che le storie di ieri si ripetono anche oggi e che, quindi, è necessario alimentare il cambiamento per una effettiva libertà.
La prima puntata sarà ascoltabile da giovedì 7 novembre, su youtube di Me.dea e LaV e su piattaforme di streaming audio, Spotify e Amazon Music. Poi appuntamento ogni primo giovedì del mese.