Mangili: "Passai in bici e vidi un annuncio. Così entrai in Rai"
Vittorio Mangili, 96 anni, a 'Il Piccolo': "Sono stato fortunato, ma non ho mai avuto paura"
LOBBI – Vittorio Mangili se n’è andato a 102 anni e noi abbiamo perso un patrimonio. E’ stato un inviato della Rai agli albori della televisione. Ha visitato quasi tutti i paesi del mondo per realizzare reportage che hanno dell’incredibile, dal Biafra alla Cina.
Partiva e andava, con mezzi di fortuna e tecnologia prossima allo zero. Un campione della cronaca, esaltato da Indro Montanelli che ricordava come Mangili sia stato l’unico a riuscire a descrivere, per essere nel posto giusto al momento giusto, la celebre rivolta d’Ungheria del 1956.
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L’uomo che ha scandagliato il globo s’è fermato in una minuscola borgata che si chiama Filippona, a due passi da Lobbi. Un “buen retiro”, si potrebbe dire, non fosse che non s’è mai ritirato davvero. Con mente lucidissima ha continuato a scrivere (al ‘Piccolo’ ha regalato testimonianze straordinarie), a raccontare e raccontarsi, lasciando un’infinità di interrogativi a chi è giornalista come lui, ma senza neppure l’ombra della sua caratura.
Il racconto dell'allunaggio di Vittorio Mangili
Siamo andati a trovare Vittorio Mangili per farci raccontare lo sbarco sulla luna, a quasi mezzo secolo da uno degli eventi…
Entrò in Rai rispondendo a un annuncio trovato per caso, senza immaginarsi come sarebbe stata la sua vita. Sprezzante del pericolo, sia che si trattasse di attraversare una parte di Asia a cavallo o di superare le montagne con la mongolfiera, Mangili si è distinto per imprese che nessuna intelligenza artificiale potrebbe imitare.
Mangili, la vita dell'inviato che oggi compie 100 anni
Lobbi, Vittorio volto e firma della Rai. E di grandi imprese storiche
La Rai saprà celebrarlo a dovere (speriamo), attingendo dall’immenso patrimonio delle sue Teche. A noi piace ricordarne la disponibilità, l’amore per la chiacchiera e la narrazione, l’affabilità, il suo “non sentirsi” mai di un altro pianeta.
Il suo giardino ben curato conserva una collezione di piastrelle. Ogni anno, un amico ligure gliene portava una in occasione di un raduno di commilitoni dei Bersaglieri che Mangili organizzava a Filippona. “Il problema è che siamo sempre di meno” diceva, elencando gli assenti (per ovvie ragioni).
Teneva molto al suo essere bersagliere, come ricorda il presidente di Alessandria, Pietro Bologna. Che dice: “Ha espresso il desiderio di indossare, nella bara, la camicia del nostro gruppo. Questo ci deve rendere orgogliosi, il suo senso di appartenenza è stato encomiabile”.
Vedovo da due anni, Vittorio lascia i figli Grazia e Massimo. E una comunità un po’ più povera, quella che domani, mercoledì, lo saluterà per l’ultima volta. I funerali saranno celebrati alle 15, nella parrocchia di Lobbi.