Lavagnina, Iren si dice pronta a rimediare al danno dei fanghi
Al centro polifunzionale di Lerma
LERMA – Iren tende una mano ai comitati e associazioni preoccupati per il futuro della Lavagnina.
L’azienda impegnata nei lavori di manutenzione in corso sul lago principale ha chiarito come intende muoversi per ovviare allo sversamento di fanghi sui torrenti Piota e Gorzente nel corso dell’incontro pubblico andato in scena ieri sera, venerdì 18 ottobre, presso il centro Polifunzionale di Lerma. “La controdiga – hanno chiarito i tecnici inviati dall’azienda – è in fase di progettazione. Siamo pronti a realizzarla appena le condizioni del meteo lo permetteranno. Per quando riguarda i fanghi colati dei torrenti, la situazione si normalizzerà in parte con le piogge di queste settimane. Al termine dei lavori l’azienda è pronta a intervenire meccanicamente. Dev’essere però chiaro che per normativa ci troviamo di fronte a rifiuti speciali”.
I responsabili di Iren hanno pronunciato queste parole di fronte a una platea composta da sindaci del territorio, i consiglieri regionali Pasquale Coluccio e Domenica Ravetti, la consigliera provinciale Sabrina Caneva, l’onorevole Federico Fornaro che sul tema della Lavagnina aveva presentato qualche settimana fa un’interrogazione. Per quest’ultima una risposta dal Ministero dovrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Scenario difficile
Iren ha provato a illustrare le scenario complesso nel quale si è materializzato l’intervento “non più differibile” su un manufatto in servizio dal 1917. “Nella primavera appena trascorsa è stato registrato un numero altissimo di giorni di pioggia. L’obbligo di svaso entro il 31 marzo sul quale l’azienda aveva espresso i suoi dubbi ha avuto un ruolo per quanto successo”. “Prendiamo atto – ha commentato Davide Castellaro, vice presidente del comitato di tutela di Piota e Gorzente – delle promesse importanti spese da Iren questa sera. Da ora in poi è necessario che tutti lavorino, con spirito collaborativo, per fare in modo che diventano realtà. Alla Provincia spetta il ruolo di indicare con quali modalità intervenire. Le associazioni devono fare la loro parte per pungolare gli attori di questa vicenda”.
Tra il pubblico tanti operatori della zona preoccupati per la ricaduta che quanto successo potrebbe avere sul turismo che si è sviluppato nell’area in questi anni. Preoccupazione è stata espressa anche dal sindaco di Bosio Domenico Merlo in vista dell’intervento già previsto al lago di Lavezze, uno dei quattro invasi che compongono il sistema della Lavagnina. “E’ mancata – ha puntato il dito Merlo – la comunicazione necessaria. Leggiamo sui giornali dei meravigliosi bilanci di Iren perchè qualcuno li comunica. In questo caso nessuno ha fatto niente fino a quando qualcuno non se n’è accorto”.
Stato dell’arte
Secondo Iren il 90% dell’intervento sarebbe stato completato. ” Gli interventi previsti – hanno proseguito i tecnici – riguardano il miglioramento della sicurezza idraulica del corpo diga e degli organi di scarico e consistono nel rinnovamento dell’impermeabilizzazione del paramento di monte (per evitare infiltrazioni d’acqua nella muratura) e nello svincolo delle condotte di scarico dalla muratura esistente (per evitare che eventuali perdite delle condotte infiltrino nella muratura), attraverso l’infilaggio di nuove condotte in acciaio inox all’interno di quelle esistenti, insieme alla sostituzione e implementazione degli organi di intercettazione e regolazione”.
C’è una prospettiva anche per la pulizia. “Il ripristino delle sponde del torrente è già in parte avvenuto con gli sfiori degli ultimi giorni che hanno dilavato naturalmente i sedimenti depositati, con un visibile miglioramento della situazione. A fine lavori si potrà nuovamente lasciare rinvasare il lago, agevolando la pulizia dei laghetti con le prossime piene. Per i depositi di sedimenti che non potranno essere dilavati naturalmente, dopo la fine dei lavori, si studieranno congiuntamente agli enti competenti (Parco, Regione, Arpa) degli interventi localizzati di rimozione meccanica per agevolare il ripristino dei laghetti”.