La Casale Ebraica piange la morte di Giorgio Ottolenghi
Aveva 101 anni. Per 62 guidò la Comunità cittadina. Domenica alle 15.30 i funerali
CASALE – La Casale ebraica piange la morte di Giorgio Salvatore Ottolenghi, 101 anni (ne avrebbe compiuti 102 a gennaio del 2025), presidente della Comunità Ebraica cittadina per ben 62 anni, prima che il suo testimone nel 2020 passasse al compianto Elio Carmi e successivamente a Daria Carmi. Il decesso è avvenuto nella mattinata di ieri all’ospedale Santo Spirito di Casale.
Classe 1923, nipote del rabbino Ephraim Ottolenghi e figlio dell’avvocato Giuseppe, visse un’infanzia relativamente serena, fino alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, che stravolsero la sua vita. Costretto a lasciare la scuola, proseguì gli studi privatamente, mostrando una forte determinazione a non abbandonare la propria formazione. Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, Ottolenghi ha vissuto esperienze drammatiche. Dopo l’8 settembre 1943, la sua famiglia capì che rimanere in Italia era troppo pericoloso e intraprese un viaggio clandestino verso la Svizzera. Dopo un lungo e incerto percorso, riuscirono a varcare il confine, ma non senza timori e ansie per il futuro.
Ottolenghi è morto venerdì, ma la notizia è stata divulgata solo in queste ore per motivazioni religiose. Lascia la moglie Adriana Torre e il figlio Joseph (Joey) oltre alla sorella Fulvia.
A Ottolenghi, presidente dal 1958 della Comunità Casalese (succedendo al padre), si deve il restauro della Sinagoga che riaprirà le porte nel 1969. A questa seguiranno l’apertura al pubblico del Museo degli Argenti e del resto del complesso di vicolo Salomone Olper, oggi il sito più visitato della Provincia di Alessandria e una continua fucina di attività culturali.
Domenica il funerale
I funerali si svolgeranno domenica 20 ottobre alle ore 15.30 al Cimitero Ebraico Nuovo di Casale Monferrato in via Cardinal Massaia 112.
Carmi: «Perdiamo una guida fondamentale»
«Giorgio Ottolenghi ci ha lasciato e, anche se anagraficamente era prevedibile, siamo stupiti perché una parte di noi era illusa che non sarebbe mai accaduto. – Commenta l’attuale Presidente della Comunità Ebraica Daria Carmi – Ci eravamo abituati così. Ad averlo. Nei suoi quasi 102 anni il mondo si è completamente rivoluzionato ma lui è rimasto una costante. Giorgio se ne è andato durante Sukkot ed ha celebrato il suo ultimo Yom Kippur, una data importante, fra le più importanti per questa Comunità che lui ha presieduto per 62 anni. Ha avuto una gioventù difficile, ha conosciuto la paura delle persecuzioni, è dovuto scappare, ha pensato che non sarebbe ritornato in Italia. E invece è ritornato. Ed ha avuto il coraggio di andare avanti. Ha seminato. Ha incontrato, scelto e sposato Adriana, sua compagna di una vita. Si sono amati e sostenuti a vicenda ogni giorno. Insieme hanno lavorato per la ricostruzione della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, per la sua rinascita, nonostante il dolore, nonostante il vissuto, nonostante le assenze. Una rinascita che riguardava anche la ridefinizione dell’identità ebraica, del senso di appartenenza, dell’orgoglio di essere ebrei. Un momento quello, in cui ci si è scelti, ci si è fatti famiglia anche senza avere parentela. La nostra comunità ebraica è una famiglia. Una famiglia che oggi si stringe attorno ad Adriana e a Joey, che con Simona ha dato ai nonni due splendidi nipoti, Sara e Michele, che hanno avuto la fortuna di scambiare tanto con Giorgio. Tutti noi oggi perdiamo una guida fondamentale a cui dobbiamo moltissimo».