Solero, Patrizia uccisa a coltellate senza un perché
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ALESSANDRIA – Oggi, alle ore 18 in piazzetta della Lega, si terrà una manifestazione organizzata dal movimento Non Una di Meno per ricordare Patrizia Russo, uccisa dal marito, e per denunciare l’ennesimo caso di femminicidio. L’iniziativa si inserisce in un contesto allarmante: a poche settimane dalla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, i femminicidi in Italia hanno già superato la soglia dei novanta casi.
Nel comunicato diffuso dagli organizzatori, si esprime la volontà di scendere in piazza per Patrizia Russo e per tutte le altre vittime di violenza. “Siamo in piazza per Patrizia e per tutte le altre”, si legge nel testo, che ribadisce come l’uccisione di Patrizia rappresenti solo uno dei tanti casi di violenza commessa da una persona vicina alla vittima. Il comunicato denuncia una società che “plasma e protegge chi commette violenza”, permettendo a chi agisce di farlo con impunità.
Secondo gli attivisti, il problema è radicato in una cultura che permette e tollera atti violenti, insegnando che è possibile controllare e dominare i corpi altrui. “Lo ha potuto fare perché viviamo in una società che lo consente, che insegna loro che sui corpi delle persone possono fare ciò che vogliono”, affermano nel comunicato.
La drammatica crescita dei casi di violenza di genere ha provocato una crescente frustrazione tra chi si batte per i diritti umani. “Siamo stanche di assistere in prima fila alle morti delle nostre sorelle, amiche, madri, figlie, compagne”, dichiarano gli organizzatori, sottolineando come anche in una provincia come Alessandria, che dispone di centri antiviolenza, storie di violenza come quella di Patrizia siano all’ordine del giorno.
Non Una di Meno evidenzia come questo problema vada affrontato a livello sistemico, richiedendo soluzioni altrettanto sistemiche e radicali. “Quando il problema è sistemico, altrettanto sistemica e radicale deve essere la soluzione”, si legge nel comunicato.
La manifestazione di oggi vuole essere non solo un momento di riflessione, ma anche una denuncia forte verso le istituzioni, accusate di non fare abbastanza per fermare la violenza. “È inaccettabile che la nostra quotidianità sia costante tragedia”, dichiarano gli attivisti, che esprimono la necessità di un cambiamento che parta dall’educazione, dalle scuole fino agli ambienti di lavoro, per creare una società sicura per tutti.
“Abbiamo bisogno di partire dal basso per gettare le basi di un futuro in cui le persone non muoiano per mano di chi compie violenza”, si legge nel comunicato, in cui si ribadisce il desiderio di vivere in una società in cui tutte le persone siano libere e al sicuro. “Ci vogliamo vive e libere e lo vogliamo gridare forte”, concludono.
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