“Il femminicidio di Patrizia un pugno nello stomaco”
Manifestazione promossa da Non una di meno in centro, ad Alessandria, dopo i fatti di Solero
ALESSANDRIA – I nomi delle donne vittime di violenza sono stati impressi con il gesso colorato sulle lastre del pavimento di piazzetta della Lega e, insieme, un grido ‘altissimo e feroce’ per le ‘donne che non hanno più voce!’ ha fatto eco fra le vie del centro.
Sono le 18 in piazzetta della Lega il ‘grido di lotta,non di lutto’ è quello delle attiviste di Non Una di Meno che sono scese in piazza, ancora una volta, per far sentire la loro voce e dire ‘Basta alla violenza’.
“Piazza di pancia”
‘A due giorni dalla morte di Patrizia Russo, abbiamo deciso di ‘lanciare’ questa piazza – spiega l’attivista, Marta Pampuro –. E’ una piazza ‘di pancia’ perché questa morte avvenuta a pochi passi da noi è stato un pugno nello stomaco. Ancora una volta è la prova che accade e accade ovunque indipendentemente da età, paese d’origine, lingua e cultura. Ormai l’atteggiamento mentale di tutte, non è più quello di dire: ‘Speriamo che non accada più’, ma quello di dire ‘Speriamo che non accada qui; Speriamo che non sia fra troppo poco tempo’, perché, purtroppo, sappiamo che accadrà di nuovo’.
“Sistema da mettere in discussione”
‘Finché non si mette in discussione in modo radicale e profondo il sistema in cui viviamo e non sradichiamo quell’idea per cui la donna è proprietà di qualcun altro – ha continuato – la violenza continuerà ad esserci. Finché follia,stanchezza, debiti e frustrazione saranno considerati il problema, senza andare alla radice di quello che succede nella nostra società, si continuerà ad uccidere’.
Anche Me.Dea
Presenti al corteo anche le rappresentanti del centro antiviolenza alessandrino Me.Dea.
‘Anche noi siamo qui, oggi, per dire basta ai femminicidi –ha aggiunto l’operatrice Francesca –. Non possiamo rimanere in silenzio. Me.dea ha due sedi in provincia, ad Alessandria e Casale Monferrato. Siamo aperte tutti i giorni dal lunedì alla domenica: invito tutte le donne vittime di violenza o che pensano di esserlo a contattarci, perché la violenza non è il loro futuro’.