Imprese, previsioni prudenti per fine anno: c’è preoccupazione ma voglia di investire
L’incidenza degli scenari internazionali, ma tengono occupazione e investimenti
Anche questa volta le tensioni e le guerre in Medio Oriente e in Ucraina incidono sullo stato d’animo degli imprenditori alessandrini e, di conseguenza, sulle loro previsioni.
Quelle registrate da Confindustria Alessandria sul trimestre di fine anno parlano di incertezza: “Le preoccupazioni emergono chiaramente – ha sottolineato la presidente degli industriali alessandrini, Laura Coppo – e sono indubbiamente generate dagli scenari internazionali. Ma nell’analisi del nostro comparto manufatturiero locale, emerge un aspetto evidente: la competitività delle nostre imprese non viene intaccata. Per supportare le imprese in questo periodo più critico riteniamo però che sia fondamentale, come Sistema Paese, cercare di traguardare misure ancora più strutturali”.
Come mostrano i dati dell’indagine congiunturale numero 200, presentati questa mattina nella sede dell’associazione, tengono occupazione, export e investimenti.
Le previsioni per i prossimi mesi, però, sono prudenti, condizionate dai prezzi delle materie prime, dell’energia e della logistica: il 33% immagina un aumento delle prime (erano il 30% nel precedente trimestre), il 26% pensa altrettanto della seconda (dal precedente 15) e il 31% della terza voce (erano il 29).
C’è sempre voglia di investire
Nel dettaglio, positiva la rilevazione che riguarda l’occupazione, anche se scende a +3 da +8, negative la produzione (-1 da +3) e gli ordini totali (-3, da 0), mentre come al solito l’export porta una vena di ottimismo e fa registrare una crescita: dal precedente -4 a -2.
La maggior preoccupazione arriva invece dalla redditività, che scende vertiginosamente da +4 a -5.
Un segnale interessante? Quello della cassa integrazione, giunta ai minimi termini: adesso la prevede l’1% delle 116 aziende prese a campione. Un raffronto con i dati regionali è ancora più significativo, con l’11,5% delle imprese che ipotizza il ricorso alla ‘cassa’ e Torino, con il suo 10, che incide in maniera decisiva. E poi la propensione a investire. È sempre buona, dichiarata dal 70% degli intervistati, anche se in leggero calo rispetto al precedente 76.
“Per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione – osserva Beppe Monighini, responsabile dell’Ufficio studi – il fatto di non avere un settore dominante è importante. Il dato registrato nell’indagine è di fine estate, ma questa tendenza ha caratterizzato tutto il 2024. L’organizzazione delle imprese, in sostanza, permette di avere un lavoro stabile”.
Come spesso accade, il raffronto con i dati regionali può portare una vena di ottimismo. E poi, osserva Monighini, “ci sarà un terzo dei responsabili di impresa che prevede un aumento dei prezzi, ma due terzi la pensano diversamente…”