Amag, ‘caso psicologa’: botta e risposta tra l’Ad Rava e i sindacati
Il dirigente: "Assunto ogni iniziativa per chiarire l'accaduto". Le tre sigle: "Possibile che tra tante scelte che si potessero fare tra i professionisti dalla dottoressa Ganga, la stessa sia ricaduta proprio sulla figlia del consulente?"
ALESSANDRIA – Sono giorni di confronti e di polemiche, in casa Amag. Dopo la nota dell’azienda sui rimborsi a Moveonteam, arriva il botta e risposta dell’Ad Emanuele Rava coi sindacati sul ‘caso psicologa‘.
“Il servizio di assistenza psicologica posto a disposizione di tutti i dipendenti – scrive Rava in una Pec – non riguardava la necessità di intercettare il malessere derivante dal rapporto di lavoro. Bensì era ricompreso nell’ambito di un ampio progetto di welfare denominato ‘La prevenzione prima di tutto’, illustrato a lavoratori e sindacati”.
“L’Asl – ricorda – interpellata prioritariamente in merito all’erogazione dell’intero pacchetto di servizi, o in alternativa a qualcuno di essi, non ha presentato alcuna offerta. Nonostante ripetuti solleciti. Conseguentemente, si è proceduto ad affidamenti diretti previa indagine di mercato tra le strutture specializzate che hanno dato pronta disponibilità”.
Amag: “Chiesto i necessari chiarimenti”
“In merito alla segnalazione (dei sindacati, ndr) circa le rimostranze di un dipendente – scrive ancora l’Ad – corre l’obbligo precisare che l’azienda si sia fatta immediatamente parte attiva nel riscontrare puntualmente la medesima. E ovviare alle imperfezioni logistico-organizzative contestate. In relazione alle modalità di erogazione del servizio psicologico, l’azienda ha provveduto ad attivare le dovute procedure per ottenere dalla dottoressa Ganga, titolare del contratto, i necessari chiarimenti”.
Secondo Rava, “con l’attuazione del progetto di welfare aziendale l’azienda sta dando ampia comprova dell’importanza che per essa rivesta la salute psico-fisica delle proprie risorse umane. E la tempestività con la quale lo scrivente ha preso in carico la comunicazione del dipendente ne è chiara dimostrazione. Il medesimo, in occasione di colloqui successivi con alcuni responsabili aziendali ha espresso gradimento di quanto organizzato dall’Azienda ed ha proceduto a residuali richieste di ordine procedurale nella giornata odierna. Con ciò, lo scrivente ritiene di aver assunto ogni iniziativa per chiarire l’accaduto anche al fine di far acclarare, se sussistenti, eventuali responsabilità dei soggetti terzi coinvolti”.
“Infine e unicamente per inciso – conclude – spiace dover riscontrare che parrebbero nuovamente esternate polemiche circa il conferimento dell’incarico di consulenza a favore della società Moveonteam. Si ribadisce, come già ampiamente fatto nelle opportune sedi, che lo scrivente ha sempre operato nella massima trasparenza e correttezza circa l’affidamento degli incarichi alla citata società”.
I sindacati: “Stupore…”
Non ci stanno i sindacati. Tanto che i segretari di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – Voltan, Tutone e Porta – hanno risposto all’Ad Rava con una nuova missiva.
“Egregio ingegner Rava – l’incipit – abbiamo letto con stupore la sua lettera. Alla quale non è semplice rispondere poiché la stessa, a nostro avviso, non chiarisce ma mescola gli argomenti. Quasi a giustificare scelte delle quali si fa fatica a riconoscerne la paternità“.
Secondo i tre segretari, infatti, “le prime due pagine della sua lettera e parte della terza non c’entrano nulla con quanto da noi richiesto. Perché in verità sono inerenti al progetto welfare che non è argomento di discussione. Ma è interessante capire come mai lei si sia scordato di un incontro ristretto che ha voluto fare con noi. Nel quale ci ha detto che vi sareste avvalsi della collaborazione anche di una figura professionale, psicologa, per intercettare il malessere dei lavoratori. E che la raccolta dei dati sarebbe stata utile alle valutazioni del consulente e vostre in merito alle scelte da farsi”.
“Ingegnere – proseguono – lei scrive che ritiene di aver assunto ogni iniziativa per chiarire l’accaduto. Però non spiega come sia possibile che fra tante scelte che si potessero fare tra i professionisti dalla dottoressa Ganga, la stessa sia ricaduta proprio sulla figlia del consulente (Zordan, ndr) e non spiega altresì l’annoso dilemma dei dati anagrafici. Ingegnere, lei ci accusa di essere legati a vecchi sistemi e poi le sfugge che all’interno del Gruppo trovano posto il consulente dottor Zordan, una ex collega nonché amica del consulente, la figlia del consulente e dulcis in fundo il figlio del consulente. Non le pare un po’ troppo?”.
“E Amag Ambiente?”
Non solo: “Lei – aggiungono ancora i sindacati – insieme al presidente dottor Borbon, avrebbe deciso, forse per minare il nostro sciopero del 30 settembre, di convocare tutti i dipendenti di Amag Ambiente il giorno prima delle assemblee sindacali. Con il risultato che si sono presentati ‘spintaneamente’ tre lavoratori fra gli operativi. Non le sembra un segnale sufficiente per capire come abbiate lavorato visto anche il grande risultato di partecipazione allo sciopero stesso?”.
“Ingegnere, i lavoratori del settore Igiene Ambientale sono operatori che svolgono un lavoro riconosciuto come usurante. E noi aggiungiamo a forte rischio di infortuni. Non le pare quindi quantomeno inopportuno che si continui a fare un uso indiscriminato di lavoratori di cooperative e di collaborazioni esterne? Oltretutto per lavorazioni che possono tranquillamente essere svolte da dipendenti anche a fronte di limitazioni parziali certificate dal medico competente?”.
“Le ricordiamo – concludono – caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che i 151 dipendenti di Amag Ambiente sono gli unici del Gruppo a non aver percepito il Premio di Risultato del 2023. E che non è mai stato definito il percorso per il premio del 2024. Che si sarebbe dovuto espletare entro e non oltre il 31 dicembre 2023. A lei sembra una cosa corretta?“.