Lavagnina, oggi la manifestazione creata per tutelare i laghetti
Alle 14.30 sul sentiero che porta alla diga
OVADA – La Lavagnina a un passo, il ritrovo all’altezza della sbarra. Sarà il punto di partenza per un cammino silenzioso e consapevole dello stravolgimento che l’area ha subito nel corso della primavera. E’ in programma oggi la manifestazione indetta dal Comitato in difesa di Gorzente e Piota nato nelle ultime settimane. Sullo sfondo lo scempio che si è verificato dalla primavera in poi con lo sversamento dei fanghi in arrivo dalla diga sulla quale Iren si è occupata di lavori di manutenzione straordinaria. Uno stravolgimento lento ma costante che ha cambiato l’aspetto e la natura più profonda di territori che da sempre rappresentano una ricchezza per tutto l’Ovadese.
L’appuntamento è per le 14.30. “Non vogliamo puntare il dito – ribadiscono dal comitato – Gli enti stanno facendo la loro parte ma con tempi che sono poco adeguati alla realtà. Noi speriamo solo che l’attenzione non cali su un problema enorme”. Gli organizzatori sperano in un’adesione ampia. I presupposti manifestati dall’incontro pubblico di domenica scorsa ci sono tutti. Alla finestra c’è una Provincia che conosce la Lavagnina e l’ha sempre apprezzata come luogo di bellezza incontaminata alla portata di escursionisti, bikers e chi è coinvolto nel mondo dell’outdoor.
Situazione complicata
La Lavagnina alimenta polemiche dalla scorsa primavera. Dito puntato verso i tempi e le modalità adottate da Iren per effettuare i lavori. Ma sul banco degli imputati è finita anche l’opera di vigilanza messa in atto della Aree Protette dell’Appennino Piemontese. La relazione presentato non chiarisce del tutto l’opera portata avanti. La scelta della direzione è stata criticata anche dai vertici dell’ente di tutela.
A muoversi è stato anche l’onorevole Federico Fornaro con un’interrogazione scritta rivolta al Ministro dell’Ambiente. “Lo sversamento di enormi quantità di terra rilasciate dalla valvola di sfogo della diga di Lavagnina – ha spiegato l’esponente Pd – oggetto di lavori da parte di Iren, nel Gorzente e nel Piota rappresentano uno scempio ambientale che si poteva e doveva evitare. Non può, infatti, essere ulteriormente rinviato il ripristino dei luoghi da parte di Iren perché non si può pensare che questo possa avvenire con eventi alluvionali che nessuno deve augurarsi”.