Negrini Cte La Bollente scopre le carte
Presentazione alla Cantina Tre Secoli. Jacopo Botto capitano, Alessandro Graziani vice. Coach Totire: "Dobbiamo meritare la considerazione di cui godiamo"
RICALDONE – Scherza, Michele Totire, coach di Negrini La Bollente Cte Acqui, “sono un pugliese e, anche per questo, un buon consumatore di vino. Complimenti, la sede perfetta per la presentazione.
Ma il nuovo allenatore è molto serio quando, al ‘vernissage’ della stagione, alla Cantina Tre Secoli, a Ricaldone, parla del campionato che verrà. “Tutta Italia ci guarda e ci considera molto. Sta a noi dimostrare che meritiamo questa grande considerazione”.
Una squadra costruita mettendo a frutto, lo ribadisce la presidente, Raffaella Caria, “l’esperienza che abbiamo acquisito nel primo anno in A, per migliorarci da chi in categoria, e in quelle superiori, è presenza fissa”.
Con un criterio che ha ispirato il ds (e vicepresidente) Stefano Negrini e l’allenatore nell’allestimento del roster, “anzitutto puntando su professionisti, per i quali la pallavolo è tutto. Partendo – insiste Negrini – da coach e staff e poi i giocatori. Non è solo Acqui a guardarci e non è solo la provincia, è tutta l’Italia del volley che ha messo gli occhi su di noi. Gli obiettivi, inutile nasconderselo, sono tanti”.
Un bel mix di esperti, su tutti Jacopo Botto, il capitano, 37 anni – “il progetto mi ha convinto e poi ho un ‘debito’ nei confronti dell’allenatore, che mi ha riportato sulls cena dopo l’infortunio al ginocchio” – ma anche i confermati Cester (terza stagione), Esposito e Graziani, insieme a giovani alcuni protagonisti di un doppio salto in avanti, dalla C alla A3, altri già nel giro della nazionale. E c’è anche il primo straniero della storia di Acqui, il nazionale slovacco Michal Petras.
“Quando vedremo la vera Negrini? C’è ancora tanto da lavorare, in questo momento siamo al 30 per cento, – aggiunge Totire – credo che al torneo in Sardegna, a inizio ottobre, avremo già una identità ben definita”.
Attesa palasport
C’è un paragone, che Negrini azzarda, e che spiega cosa ancora manca per essere perfetti. “Quest’anno siamo come una Ferrari, per scocca e motore, ma con il serbatoio più piccolo, perché ci manca il ‘Mombarone’ o un impianto a casa nostra“. Le nove gare interne saranno a Valenza, “grazie alla giunta e, in particolare, all’assessore Merlino”, ma non avere un palasport proprio impedisce di sviluppare iniziative con potenziali sponsor.
La sollecitazione al Comune è forte, il sindaco Danilo Rapetti non si sottrae. “Abbiamo provato a valutare sia un intervento per rialzare il soffitto del Mombarone, sia per trasformare il centro congressi, ma in entrambi i casi, per tipologia di lavori e costi, meglio realizzare un palazzetto nuovo. Per questo servono risorse, abbiamo sperato nel Pnrr che, però, al momento, è poverissimo alla voce sport. Si potrebbe pensare, per tempi e investimenti, a una collaborazione – insiste il sindaco – tra pubblico e provato”