Piemonte, infortuni sul lavoro: cosa dice il report semestrale
I dati dell'Osservatorio Vega Engineering mostrano una riduzione delle morti sul lavoro nel primi sei mesi del 2024, ma il trend nazionale è preoccupante
TORINO – Il nuovo report semestrale pubblicato dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering fotografa la situazione delle morti sul lavoro in Italia, con un lieve aumento nazionale rispetto agli anni precedenti.
Tuttavia, nel Piemonte, i dati indicano un miglioramento, con un calo dell’incidenza delle morti sul lavoro.
Incremento nazionale delle vittime sul lavoro
Secondo il rapporto, i dati relativi al primo semestre del 2024 indicano un totale di 364 vittime in occasione di lavoro in tutto il Paese, con un incremento rispetto ai 346 decessi registrati nello stesso periodo del 2023. A livello nazionale, l’incidenza delle morti è aumentata a 154 per milione di lavoratori, segnando una crescita rispetto al calo registrato tra il 2021 e il 2022, in cui l’indice era passato da 197 a 148.
La situazione del Piemonte
Il Piemonte si colloca in zona gialla nel monitoraggio dell’Osservatorio, con un’incidenza pari a 12,8 morti sul lavoro per milione di lavoratori, in diminuzione rispetto al 2023 (15,0) e al 2022 (15,7). Questa riduzione segnala una maggiore attenzione alla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma è importante continuare a mantenere alte le misure di prevenzione, specialmente nei settori a rischio.
Le cause principali
Il settore delle costruzioni si conferma il più pericoloso anche nel primo semestre del 2024, seguito dalle attività manifatturiere e dai trasporti. L’incremento delle morti nel settore delle costruzioni può essere legato alla ripresa del comparto edilizio e all’aumento delle ristrutturazioni. Particolare attenzione va riservata ai giovani lavoratori tra i 15 e i 24 anni e agli ultrasessantacinquenni, che presentano i tassi di mortalità più elevati.
La geografia del rischio
Il report evidenzia come le regioni con una popolazione lavorativa ridotta, come Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta, siano maggiormente esposte a tassi di incidenza elevati. In queste aree si riscontrano indici di mortalità ben oltre la media nazionale, a differenza di regioni come il Piemonte, che presenta una situazione più favorevole.