Vendemmia 2024, al via la raccolta dell’uva tra speranze e timori
Le scelte difficili dei produttori
OVADA – Hanno il profumo dell’uva le colline dell’Ovadese inumidite dalle recenti piogge. Per i produttori rappresentano la promessa del vino che dovrà nasce con l’impegno e il lavoro dei prossimi mesi. Sta per iniziare la fase più delicata del processo di vinificazione.
In questi giorni le aziende produttrici di Ovada e Dolcetto stanno iniziando la vendemmia. C’è da raccogliere il frutto della complicata gestione andata in scena tra la fase primaverile e quella estiva. “Ho visto molte vendemmie – ha commentato qualche giorno fa Vincenzo Gerbi, già professore alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino che la scorsa settimana ha ricevuto il premio creato dall’Enoteca Regionale per ricordare Stefano Ferrando – Ogni anno ha avuto le sue complessità. Ma l’obiettivo dev’essere quello di produrre un buon vino. Ci sono gli strumenti per farlo”.
In prima file le aziende del Consorzio dell’Ovada docg protagoniste anche qualche giorno fa di una degustazione guidata di grande successo organizzata in collaborazione con Ais Piemonte e andata in scena a Torino, territorio da sempre poco incline ai rossi della parte meridionale della Regione.
Fase complessa
L’uva da staccare dai filari risente delle piogge molto abbondanti della primavera e del caldo che oramai contraddistingue l’estate a cavallo tra Piemonte e Liguria. “Per i produttori – ha spiegato di recente Daniele Oddone, presidente del Consorzio dell’Ovada docg – si è trattato di un lavoro impegnativo e complesso per evitare i problemi più tipici della fase che stiamo attraversando. Le scelte non sono state semplici ma l’auspicio è quello di poter arrivare a un buon risultato finale”.
Lo stesso Gerbi ha indicato nella ricerca portata avanti sulla composizione delle uve uno degli strumenti nelle mani dei produttori. “C’è bisogno di dati – chiarisce – Sono la miglior polizza assicurativa a fronte del cambiamento climatico sotto i nostri occhi”. Lo scorso anno lo spauracchio fu determinato dalla settimana di caldo intenso e senza precedenti andato in scena nella seconda metà di agosto. Quest’anno i valori si sono mantenuti un un range più consono, pur in presenza di un caldo generalizzato.
La situazione impone scelte che devono andare nella direzione della protezione delle uve in vigna e del mantenimento di temperature accettabili nelle cantine.