Il paradosso di Solow
L'avvento delle nuove tecnologie non si traduce nell'immediato in un loro uso più produttivo
Nel 1987, mentre si stava affermando la rivoluzione informatica, l’economista Robert Solow scrisse: “Si possono vedere computer dappertutto, tranne che nelle statistiche sulla produttività”.
La frustrazione che nasce fra le aspettative nei confronti delle nuove tecnologie e i risultati prodotti dalla loro applicazione concreta è un fenomeno palpabile, ancora oggi, di fronte all’avvento dell’Intelligenza Artificiale ed al suo utilizzo nella vita di tutti giorni.
Secondo una ricerca realizzata lo scorso luglio negli USA e nel Regno Unito infatti, emerge una discrepanza fra le aspettative di incremento della produttività da parte dei capi-azienda grazie alla AI e il senso di frustrazione da parte dei dipendenti. Il 77% di questi ultimi ha infatti affermato di aver dovuto accrescere il proprio lavoro per imparare ad usare gli strumenti, verificare l’accuratezza delle risposte, servirsene nella quotidianità delle proprie mansioni.
Procedere per sperimentazioni
La ricerca accende un campanello di allarme nei confronti dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del lavoro: dopo la sorpresa dei primi mesi e la scoperta delle funzionalità dell’ultimo anno, la imprese cominciano a comprendere che occorre dotarsi di strategie oculate di utilizzo combinate con percorsi di formazione e iniziative di governance efficaci.
Un buon metodo è dato dall’approccio sperimentale: introdurre la AI in attività semplici, ma non per questo meno significative, aiuta ad acquisire familiarità con gli strumenti, maturare esperienza e soprattutto individuare ulteriori aree in cui imprimere il cambiamento che una nuova tecnologia comporta.