Rivalta Bormida: così Luciano ha ucciso Pinuccia e Daniel
Le indagini sono in corso. Il Pm ha disposto la ricognizione cadaverica sui tre corpi che il medico legale effettuerà questa mattina
RIVALTA BORMIDA – Sei colpi. Due contro l’ex moglie Pinuccia Rocca, due indirizzati al figlio Daniel, uno probabilmente a vuoto. Poi, Luciano Turco ha sollevato il braccio, ha avvicinato la calibro 22 alla tempia e ha premuto il grilletto. Nessuno è sopravvissuto.
Il black out nella mente del 67enne
Cos’è che ha provocato il black out nella mente del 67enne? A questa domanda difficilmente si riuscirà a rispondere.
Si scaverà nella vita delle vittime, nei loro dolori, si cercherà di capire se ci fossero tensioni tra gli ex coniugi. Ma, al momento, gli inquirenti dovranno ricostruire la dinamica di quello che è accaduto nell’appartamento di via Oberdan, a Rivalta Bormida, in un lunedì d’estate.
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Perché il 19 agosto è il giorno in cui Luciano ha deciso di farla finita. È rientrato a casa dell’ex moglie con Daniel, 44 anni, il figlio disabile dopo un incidente in moto avvenuto molti anni fa, e ha messo in atto la strage.
Non avrebbe lasciato scritti, Luciano. Nè nell’appartamento della tragedia, né nell’abitazione di Molare dove l’uomo viveva.
La calibro 22
Eppure, quel gesto estremo, violento, terribile, dolorosissimo, potrebbe essere stato programmato. Quanto meno, si ipotizza, pensato dal 67enne prima di partire da casa per andare dal figlio. Perché a Rivalta Bormida è arrivato con la sua calibro 22, regolarmente detenuta da anni.
Gli inquirenti stanno ricostruendo i movimenti all’interno dell’appartamento. La prima a soccombere potrebbe essere stata Pinuccia. La donna, 66 anni, probabilmente resasi conto delle intenzioni del marito, avrebbe cercato di difendersi. Invano.
Subito dopo, Luciano sarebbe andato davanti al figlio in carrozzina. E ha fatto fuoco.
Poi ha rivolto l’arma contro se stesso. È tutto si è chiuso lì. Il loro tempo, già pesantemente segnato dall’incidente di Daniel, si è fermato per sempre.
Il ritrovamento
I tre corpi sono stati rinvenuti ieri mattina, martedì, verso le 9, dal fratello di Pinuccia. La follia omicida, a quanto sembra, risalirebbe al tardo pomeriggio di lunedì. Quando alcuni vicini avrebbero sentito dei rumori.
Ma nessuno, evidentemente, si sarebbe reso conto che si trattava di spari, perché i lavori in corso da qualche giorno nelle vicinanze della palazzina avrebbero coperto il preludio del dramma.
Così, quando la porta del piccolo appartamento si è aperta, papà, mamma e figlio erano lì. Vicini, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. Privi di vita. Pinuccia accanto al divano del soggiorno. Poco più il là Daniel e Luciano.
Indagini in corso
I corpi sono a disposizione della magistratura che ha disposto l’ispezione cadaverica. Verrà effettuata questa mattina dal medico legale Matteo Luison.
Intanto le indagini dei Carabinieri di Acqui, dirette dal maggiore Gabriele Fabian, e coordinate dalla Procura Alessandrina, nella persona del sostituto procuratore Gualtiero Battisti, proseguono per ricostruire con esattezza cosa è successo.
Ma tutto ciò che riguarda lo strascico giudiziario, seppur in quella tragicità apparentemente senza risposte, si è chiuso con la morte di chi ha deciso di porre fine alla propria vita ma anche a quella del figlio e dell’ex moglie.
Rimane il dolore dei famigliari, degli amici, di chi ha voluto bene a questa famiglia. E resta quell’insopportabile “perché è successo” a cui si proverà comunque a dare una risposta.