Ovada – Alessandria, per la riapertura la polemica è sui numeri
Dati contrapposti
Ci sono i numeri per riaprire ai treni passeggeri la linea Fs tra Ovada e Alessandria oppure no? Il dibattito prosegue da mesi. A far scoccare la scintilla erano stati Marco Gabusi, assessore ai Trasporti di Regione Piemonte, e Cristina Bargero, presidente dell’Agenzia per la Mobilità, a Ovada per un’iniziativa sul trasporto. La questione è tornata centrale anche perchè l’attuale amministrazione non fa mistero di voler puntare a una riapertura che qualche tempo fa sembrava improbabile.
«Evidentemente per la Regione noi non abbiamo gli stessi diritti di altri e ne prendiamo atto ma vedremo a chi daranno ragione i numeri: noi siamo convinti di quello che diciamo e non ci fermeremo», così Marco Martini aveva commentato le dichiarazioni di Gabusi. La chiusura all’epoca fu contestata dai sindaci e da molti rappresenti dei pendolari attraverso la campagna “In treno è meglio”.
A favore della riattivazione della tratta si è espressa in più di un’occasione anche Legambiente. Per il rilancio Ovada aveva lanciato anche l’idea della “linea veloce” alimentata a idrogeno da realizzare con i fondi Pnrr. Una proposta mai realmente presa in considerazione.
Visioni contrapposte
La polemica sulla Ovada – Alessandria è rovente da tempo. Martini è lo storico presidente del comitato che si batte per un ritorno al trasporto su rotaia, stoppato nel 2012 dalla Giunta all’epoca guidata da Roberto Cota. «Riattivare una tratta ferroviaria ha costi che vanno dai 3 ai 5 milioni di euro l’anno – aveva spiegato l’assessore – e, in base ai dati del 2011, sull’Ovada – Alessandria viaggiavano meno di 500 passeggeri al giorno, nessun treno superava i 50 utenti: è sufficiente l’autobus, con tempi di percorrenza più lunghi di appena 10 – 15 minuti». Numeri contestati dai pendolari.
«Prima falsità, la nostra non è una linea che abbia bisogno di riattivazione – dice Martini -: la tratta è pienamente attiva e manutenuta per il traffico merci, nel 2012 sparirono solo i treni passeggeri. Quanto ai costi e alle prospettive, uno studio redatto nel 2017 proprio dall’Agenzia per la mobilità valuta positivamente la riapertura dell’Ovada – Alessandria con un costo di 1,7 milioni di euro l’anno per un treno che faccia la spola tra le due città, con 14 corse al giorno integrate da 8 bus. E se parliamo di dati sui passeggeri, sfido che nel 2011 fossero ridotti al lumicino: la Regione voleva tagliare i rami secchi e aveva ridotto il servizio a tal punto da lasciare 4 coppie di treni al giorno e nessun collegamento festivo, spingendo la gente a usare l’auto». Visioni evidentemente inconciliabili. Il territorio ha bisogno di una linea per Alessandria efficiente.