“Il pallone? Passione a fondo perduto”
Sandro Bocchio, alessandrino, giornalista di Tuttosport, interviene sulla situazione dei Grigi. "Le promozioni vanno consolidate, qui non è accaduto"
ALESSANDRIA – Sono passati tre anni dall’11 luglio 2021, sembra una eternità.
L’Italia diventava campione d’Europa e dagli schermi faceva capolino uno striscione a Wembley: “Grigi in B”. Trentasei mesi dopo il calcio azzurro è da ricostruire e l’Alessandria è caduta nel limbo di un futuro fatto di incognite.
Tutto nasce ancora in quel 2021, il 17 giugno, con i rigori della promozione. Un evento che fa impazzire la città e che coglie impreparata la società. Perché, come i break nel tennis, le promozioni vanno consolidate, soprattutto in B. Il passaggio tra trasformarsi in un Cittadella o in un Gallipoli è sottile, la dirigenza fece di tutto per imboccare la seconda strada.
E il calcio non perdona, soprattutto quando ci si vuole inventare esperti senza averne i numeri: guardate all’ultimo Napoli di De Laurentiis.
Vennero sbagliati gli uomini con cui affrontare il campionato, la retrocessione e il disimpegno furono le conseguenze. Il resto non è stata che una dolorosa e logica via crucis, quando hanno cominciato ad affacciarsi sulla scena personaggi in cerca del tornaconto personale, gente vista troppe volte nelle situazioni di crisi.
Sullo sfondo, una città rimasta ancora una volta spettatrice. Il pallone è innanzitutto passione a fondo perduto, in Alessandria manca da lungo tempo qualcuno che abbia il coraggio di esporsi in prima persona.