Bovone, salvato per un pelo: «Fate prevenzione, adesso lo dico a tutti»
Causa infarto, ha rischiato di morire. Decisivi i medici premurosi. «Mai fatto controlli, credevo di essere invincibile. Mi sono sbagliato, ma ora...»
Non ci voleva neppure andare in ospedale.
Non tanto perché quella sera era atteso a un appuntamento danzante, quanto perché lo bersagliavano di domande del tipo: «Ma come? Io che sto male? Io che ho la tempra del contadino? Io che per 40 anni ho fatto il macellaio, senza neanche un giorno di malattia, così come, da dipendente, non sono mai ricorso alla mutua?».
Meno male, però, che in ospedale Mauro Bovone ci è andato, altrimenti non saremmo qui a raccontare una storia imperniata, sostanzialmente, su parole come fortuna («sisa, ci vuole sempre »), prevenzione («che mai avevo fatto») e bravura dei medici («senza di loro sarei morto»).
Il giorno delle elezioni se lo ricorderà per un po’, il nostro, 66 anni, presidente della Soms di Mandrogne, ex consigliere comunale e uno dei volti più noti nel sobborgo.
Il giorno delle elezioni
Cronaca di una giornata in qualche modo decisiva (non solo per Giorgia Meloni e compagnia).
Domenica 9 giugno. «Vado a votare, ma già non sto benissimo. Da una settimana mi sentivo affaticato. Succede, mi dico. Rincaso, rispondo all’amico Enrico Cremon che mi invita alla Soms del Cristo dove suona. Gli dico sorridendo: ‘O vengo da te, o vado al Pronto soccorso’. Ovviamente parto per andare da lui».
Però l’alternativa incombe e, nei pressi del semaforo di McDonald’s, prevale. «Sudo freddo, mi sento indolenzito» ricorda Bovone. Che dirotta l’auto verso l’Ospedale. E, di fatto, si salva la vita.
«In pochi minuti sono già in sala operatoria per l’occlusione di una vena. Fossi rimasto a casa e avessi chiamato l’ambulanza, paradossalmente sarebbe stato peggio. Avrei perso tempo e, in certi casi, ogni minuto è prezioso. Chiesi al medico, giorni dopo, come aveva fatto a capire la gravità delle mie condizioni. E lui mi disse: ‘Si vedeva dalla faccia’».
Baciare i piedi
Il giovedì successivo, Bovone viene dimesso. «Me la sono vista brutta, ma ora sto benissimo. E, soprattutto, ho maturato alcune convinzioni, ad esempio: la Sanità, checché se ne dica, da noi è un’eccellenza.
Io ho trovato persone splendide, dal dirigente di Cardiologia, Gianfranco Pistis, all’équipe che mi ha operato, fino alla psicologa, una giovane di Cassine che mi ha aiutato quando ero in preda a inspiegabili stati d’ansia che mi facevano stare sveglio la notte. A certi dottori bisognerebbe baciare i piedi».
Acciughe, non a caso…
L’altra convinzione è la necessità di prevenire. «Io, forte del fatto che sono sempre stato bene, non mi sono mai sottoposto a un controllo. A Mandrogne si sono succeduti tre medici di famiglia e io non ho avuto modo di conoscerne neanche uno. Sono stato in ospedale solo a causa del Covid. Per il resto io, uomo di campagna, mi sono sempre sentito forte, indistruttibile. Ma ho capito che dobbiamo fare i conti con imprevisti subdoli, ad esempio l’infarto. Se avessi fatto prevenzione, non mi sarei preso certi rischi. Ho imparato quant’è importante sottoporsi a controlli periodici. E lo sto dicendo a tutti».
È consapevole, Bovone, di avere cominciato una nuova vita. «Mi posso considerare rinato, in effetti, e devo tutto a chi mi ha permesso di essere ancora qui». D’altronde di cose da fare ne ha… «Eh, certo. C’è una festa da preparare, tra l’altro». Sarà il 20 luglio, alla Soms, sagra delle acciughe.
Post scriptum: le acciughe contengono acidi grassi Omega3 che combattono il colesterolo cattivo e prevengono malattie vascolari e ipertensione arteriosa. Non è male sapere che si può fare prevenzione mangiandone.