Quattordio, la cella che ha imprigionato il paese

A 48 ore dalla grandinata, sprazzi di normalità (e cumuli di ghiaccio). Intervista al sindaco

QUATTORDIO – Cella è una parola che, di per sé, non promette niente di buono, ammesso che non ci si riferisca, ad esempio, a quella “frigorifera”. Se poi viene abbinata al prefisso “super”… ecco, allora sì che c’è da preoccuparsi.

Lo hanno capito, domenica a Quattordio e a Felizzano, ma anche in alcune zone limitrofe, benché circoscritte. La supercella è arrivata verso le 16 e ha proposto venti minuti di grandine e bufera. “Una cosa mai vista” è il refrain, a quasi 48 ore di distanza, sotto un sole che fa estate, ma di fronte a un panorama che non inganna.

La montagna di ghiaccio

Non solo per gli alberi abbattuti e i girasoli ghigliottinati dalla tempesta. Ma anche, forse soprattutto, per quella montagna di chicchi color bianco sporco che, a Quattordio, sono stati ammonticchiati da una ruspa nella “piazza dei camionisti”, come la chiamano quelli che non ne conoscono il vero nome.

Il cumulo tarda a sciogliersi. Ai suoi piedi, un rivolo d’acqua, direzione tombino. A fine grandinata, qui spiccava uno strato di 20 centimetri di ghiaccio. C’è chi dice anche di più, perché esagerare è lecito. D’altronde, se lo fa il meteo…

Percorri la via, arrivi al centro sportivo e trovi bambini che giocano a tennis, guidati da pazienti istruttori. Un po’ più in là, si lavora per accelerare il viaggio verso la normalità, cominciato fin da subito, perché in paese non s’è perso tempo. Lo racconta Anna Venezia, eletta sindaco giusto un mese fa.

Non male cominciare l’avventura amministrativa dovendo gestire un’emergenza del genere. “Abbiamo danni, è vero, è volato via il tetto di una casa, sono caduti molti alberi, ma la cosa fondamentale è che nessuno si sia ferito” dice. Il suo cellulare continua a squillare. L’argomento delle chiamate è attinente all’attualità.

Tronchi e ramaglie

Bisogna gestire, tra l’altro, i punti di raccolta delle ramaglie e dei tronchi. L’Amag ha messo a disposizione un mezzo. E’ un paese contornato da villette eleganti circondate da giardini. Le piante con poche radici non hanno retto alla furia. Qualche cancellata ne ha risentito.

E poi c’è tutta la partita del comparto agricolo. Il bilancio, per alcune aziende, è drammatico. E meno male che molti avevano già mietuto il grano, altrimenti non avrebbero trovato spighe.

Cella, musica e colore

Splende il sole, oggi come ieri. Regala sprazzi di ottimismo, accompagnando chi non ha indugiato , non s’è pianto addosso, preferendo rimboccarsi le maniche. Domani sera, nel cortile del Comune, comincerà la rassegna musicale distribuita su tre mercoledì.

Ci si vuole giustamente regalare serenità, in questo paese prossimo a diventare ‘Capitale del colore‘, rievocando i fasti di un passato quando il polo industriale era il fiore all’occhiello e non si parlava né di bombe d’acqua né di celle, tantomeno quelle “super”..

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