Ottant’anni fa le bombe su Novi: graphic novel e cerimonie
In edicola con "il novese" l'opera di Alessandro Lantero, realizzata con immagini d'epoca e illustrazioni digitali
NOVI LIGURE — Oggi alle 10.30 in piazza della Repubblica si terrà la cerimonia di commemorazione per le vittime del bombardamento di Novi Ligure avvenuto durante la seconda guerra mondiale, l’8 luglio del 1944.
Dopo la deposizione di una corona presso la lapide commemorativa, sono in programma i saluti del sindaco, Rocchino Muliere, l’orazione ufficiale della docente Lucina Alice e la benedizione di don Massimo Bianchi.
Incontro alla Società Storica
Inoltre lunedì 8 luglio alle 21.00 si terrà un evento collaterale organizzato dalla Società Storica del Novese nella sede di via Gramsci 73. La mattina dell’8 luglio 1944 Novi fu sconvolta da un terribile bombardamento che distrusse gli edifici della attuale piazza della Repubblica e causò decine di morti e di feriti.
Le vittime delle bombe
Dopo una accurata e lunga ricerca durata circa quattro anni, la Società Storica è riuscita a risalire ai nomi di tutti coloro che persero la vita a causa di quel tragico evento. Nel corso della serata verranno proiettate immagini dell’aspetto urbanistico della piazza prima del bombardamento: Inoltre ci saranno testimonianze dirette e verranno resi noti i nominativi di coloro che persero la vita nei bombardamenti.
Graphic novel di Alessandro Lantero
In edicola invece, sul settimanale il novese, è stata pubblicata la graphic novel sul bombardamento di Novi Ligure. Un inserto al centro del giornale da staccare e conservare, realizzato in esclusiva da Alessandro Lantero in occasione degli ottant’anni di quel tragico evento che segnò la nostra città.
Mutuando le tecniche artistiche del celebre disegnatore francese Raphaël Meyssan, Lantero ha raccontato la storia del bombardamento con l’utilizzo di cartoline e immagini d’epoca, animate e popolate di personaggi grazie all’intelligenza artificiale e alla grafica digitale.
Un ricordo che vuole essere anche un monito: «Oggi più che mai, in un’epoca di rinnovati nazionalismi e di risorgenti conflitti, è necessario avere sempre ben chiaro dove conducono l’odio e la violenza. La storia è piena di tragedie che si ripetono. Tenendone vivo il ricordo si può forse sperare di far meglio tesoro di quegli errori», afferma l’autore.