Il Santo di oggi, 2 luglio, è San Benardino Realino
Oggi, la Chiesa, celebra San Benardino Realino
Il Santo di oggi, 2 luglio, è San Benardino Realino ma si festeggia anche San Lidano da Sezze.
San Benardino Realino
Sacerdote – Nacque a Carpi il 1º dicembre del 1530, primogenito di Francesco, cavallerizzo maggiore delle principali corti dell’Italia settentrionale e di donna Elisabetta Bellentani. Studiò all’Accademia modenese attirato dalla letteratura classica; successivamente a Bologna filosofia, poi ancora medicina; infine, all’età di 26 anni, si laureò in diritto civile e canonico.
Sotto la protezione del cardinale Cristoforo Madruzzo, si cui il padre fu stretto collaboratore, il dotto Bernardino si avviò alla carriera dei “pubblici uffici”, facendo dapprima il podestà a Felizzano Monferrato, ad Alessandria come “avvocato fiscale”. Dopo altri incarichi in Piemonte, passò al servizio del governo vicereale in Napoli. Tuttavia in città la sua vita pubblica si interruppe: San Bernardino iniziò a frequentare i Gesuiti e decise di unirsi a loro. Dopo tre anni venne ordinato sacerdote e divenne maestro dei novizi dell’Ordine. Trasferitosi a Lecce, fondò un collegio e continuò a dedicarsi al popolo, senza esclusione di condizione sociale, mostrandosi sempre paziente e risolutivo in situazioni complesse, tanto che già in vita gli vennero attribuiti numerosi miracoli.
Nell’estate del 1616 si ammalò gravemente e morì il 2 luglio. Bernardino fu beatificato da Papa Leone XIII il 27 settembre del 1895 e canonizzato da Papa Pio XII il 22 giugno del 1947. Le sue reliquie sono oggi venerate a Lecce nella chiesa del Gesù.
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San Lidano da Sezze
Nato nel terzo decennio dell’XI secolo a Civita d’Antino (L’Aquila). A nove anni entrò nel monastero di Montecassino. Da adulto, con il consenso dell’abate di Montecassino, utilizzò parte del suo patrimonio per costruire un monastero con annessa chiesa alle falde del monte Antoniano, nelle paludi Pontine. Divenne abate del monastero e vi visse per 72 anni.
Morì nel 1118 e fu sepolto nella chiesa del monastero.
I suoi resti furono traslati nella cattedrale di Sezze dopo la distruzione della chiesa durante il regno di Federico II. Il suo culto fu confermato da Papa Leone X e disciplinato negli Statuti di Sezze. Nel 1606 le sue reliquie furono riconosciute e fu costruito un nuovo altare in suo onore. Papa Pio VI concesse l’ufficio proprio e la solenne festività del 2 luglio.