Alessandria, il sax di Jimmy per un concerto speciale
Lunedì, spettacolo alla Valfrè. L'artista si racconta al 'Piccolo'
ALESSANDRIA – Un sax per un concerto molto speciale, in un lunedì senza banalità (è pur sempre quello del passaggio del Tour de France…).
Il primo luglio, alle 21.30, all’ex caserma Valfrè, nell’ambito del ‘San Giorgio Festival’ organizzato dal Gruppo Anteprima (qui il programma), sarà di scena Jimmy Sax, uno dei più noti interpreti dello strumento a fiato, “rivisto” in chiave moderna. Francese, amante dell’Italia, Jimmy sta ottenendo straordinario successo, con i suoi concerti dal vivo che sono spettacolo puro.
‘Il Piccolo’ lo ha incontrato.
Che cosa dobbiamo attenderci ad Alessandria?
Questo è il format che definiamo dj set, io mi diverto in dj booth e suono il sax live. Provo a divertirmi col pubblico proponendo un repertorio di miei brani, che include qualche brano molto noto in Italia, insieme a qualche classico evergreen. Siamo pur sempre nel mondo pop-electronic-dance.
Come nasce il fenomeno Jimmy Sax? Ovvero: c’è stato un momento decisivo nella carriera?
È stato indubbiamente aver composto “No Man No Cry”, questo brano è all’origine del mio successo. In vero poi a cambiarmi concretamente la vita è stato il mio mngmt, che mi ha letteralmente dato una direzione-visione e col quale siamo in cammino da 5 anni e più ormai. Team italiano per altro.
Quando ha capito che avrebbe fatto questo nella vita?
Senza dubbio la musica mi accompagna da sempre, ho incontrato il sax in tenera età, credo avessi 10 anni o meno. Intanto poi crescendo ho cantato, ho avuto la mia band, ho fatto diverse esperienze che mi sono servite e mi hanno forgiato. Tuttavia solo col sax poi ho potuto dare espressione completa al mio talento ed il senso che ho per la musica.
Il sax diventa pop-rock
Il sax è uno strumento spesso associato alle bande musicali, al blues… Lei lo ha “promosso” a strumento pop-rock. Qual è stata l’intuizione?
E’ stato un approccio naturale, io nn ho mai pensato ad altro che comporre e suonare brani che mi piacessero. Non è una vera decisione consapevole, ma più istintiva. Probabilmente determinata da ciò che ho ascoltato e ciò che mi emozionava come fruitore di musica. Dico sempre che sono pazzo per il rock ad esempio.
Nel 2024, molte tappe in Italia, anche in città e rassegne molto note. Qual è il suo rapporto col nostro paese e perché qui ha molto successo?
Non posso nascondere che l’Italia è un po’ la mia seconda casa. Come detto ho un manager napoletano, e poi voi siete un popolo caloroso… a cui piace divertirsi e far festa. Non è scontato, non accade ovunque. La musica è un patrimonio importante del vs paese, è solo una conseguenza che siate attenti e innamorati della musica.
Ragazzi, non mollate
Ha un consiglio da dare a un giovane che volesse avvicinarsi alla musica?
Semplice, di non mollare mai. Io ho registrato per ben tre volte “No man no cry”, quella che mi ha convinto e che si conoscete oggi è il risultato dell’ennesimo tentativo. E poi seguire sempre il proprio istinto, il cuore. Ecco così non sbaglierete mai. Il successo è un’altra cosa, non siamo noi soltanto a determinarlo.
Qual è il complimento migliore che ha ricevuto e quale quello più inaspettato?
Divertente questa: una volta (proprio da un collega italiano) mi è stato chiesto se la star fossi io o il mio sax. La domanda mi ha lasciato in silenzio per qualche secondo. Inaspettata. Il più bel complimento? Ogni volta che un genitore mi invia sui social i video dei bambini che gioiscono e ballando guardando i miei video. Non c e di meglio penso.
A chi avesse dubbi, dia un buon motivo per partecipare allo spettacolo.
Bisogna esserci per raccontarlo e per regalarvi del tempo di qualità. La musica ha un potere unico, rigenera.