"Alessandria protagonista con la San Giorgio. E ora il Festival"
ALESSANDRIA - Da "San Giorgio" a... "San Giorgio". Il successo della tre giorni dedicata all'agnolotto, all'enogastronomia e alla cultura (tra…
ALESSANDRIA – Paolo Borzacchiello, scrittore e divulgatore, grande esperto di intelligenza linguistica, è uno dei protagonisti del ‘San Giorgio Festival’ in programma all’ex caserma Valfrè di Alessandria, con l’organizzazione del Gruppo Anteprima. In calendario, tra l’altro, i concerti dei Nomadi e degli Eiffel 65 (qui il programma completo).
Borzacchiello sarà di scena la sera del 7 luglio. ‘Il Piccolo’ lo ha incontrato.
"Alessandria protagonista con la San Giorgio. E ora il Festival"
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Borzacchiello, a un massimo esperto di intelligenza linguistica bisogna, perlomeno, chiedere che cos’è l’intelligenza linguistica.
La conoscenza di come funzionano le parole e di come usarle per ottenere i risultati che desideriamo.
Va ben che un divulgatore non ha mai difficoltà, ma come si può portare l’intelligenza linguistica a teatro o, comunque, in uno spettacolo?
Ricordandosi che le persone amano imparare… divertendosi. Io insegno principi di grande valore facendo star bene le persone, facendole anche ridere, togliendo il velo ai vizi del linguaggio che ci rendono la vita complessa. E funziona alla grande.
Quando e come ha cominciato ad appassionarsi alla materia?
Durante un corso di formazione, venti anni fa. Ho scoperto che, quando parlavo bene, vendevo il doppio.
“Chiedi bene e ti sarà dato”, è un titolo vincente per un libro (il suo). A parte con le domande che le sto ponendo, in generale sbagliamo a chiedere?
La maggior parte delle volte. O chiediamo male, per paura, per presunta buona educazione o per dogmi vari, oppure ci chiediamo le cose sbagliate. Il problema, con il cervello, è che risponde sempre. E se io mi chiedo la cosa sbagliata… lui farà il possibile per rendermi la vita impossibile.
Come si può interessare parlando di linguaggio in un’epoca in cui il numero delle parole che vengono usate è estremamente ridotto?
Proprio perché ci costringono a usarne poche, dobbiamo insistere. Io interesso le persone spiegando che le parole sono la misura della vita che viviamo, e che avere più parole in testa equivale ad avere una vita più ricca e felice. I numeri, mi dicono che ci sono moltissime persone pronte ad ascoltare questo messaggio.
C’è anche lei nel partito che si batte contro le abbreviazioni e gli acronimi?
Non faccio parte di nessun partito. Le abbreviazioni servono, così come gli acronimi. Dipende sempre dal contesto e dall’uso che se ne fa.
C’è anche il partito contro gli inglesismi. Obiettivo: se c’è una parola corrispondente in italiano, si usa quella. E’ troppo da boomer? (a proposito di inglesismi…).
Anche in questo caso, dipende. Siamo nel 2024, esistono le contaminazioni linguistiche e soprattutto le lingue straniere hanno termini che non possiedono veri equivalenti. Inoltre, trovo anacronistico essere “contro” gli inglesismi. Magari, “contro” il loro abuso.
La parola dunque ha molto senso nell’epoca delle immagini. Ce la farà a prevalere?
La parola vince sempre. Da sempre. E per sempre.
Posto che “parlare bene” è utile in ogni occasione, quali sono, secondo lei, i settori in cui è “obbligatorio” dire cose appropriate?
Ci vorrebbe la patente per comunicare sui social. Ma, per rispondere in modo sintetico alla domanda, direi che in campo medico e in campo scolastico è proprio obbligatorio parlare bene.
Facciamoci del male: a proposito di linguaggio, come giudica quello del giornalismo di oggi?
Quasi sempre pessimo, alla ricerca di parole brutte pur di ottenere un click. Ci sono eccezioni, ma rare.