Multineddu, nuovo dg: “Un ds giovane e un mister collaborativo”
"Mi sento figlio di Alfredo Quaglia". Passato in mezzo a sei fallimenti. "La penalizzazione non ci deve condizionare"
ALESSANDRIA – Gianfranco Multineddu non è espressione dei nuovi partner. O, almeno lo è in parte: il nuovo direttore generale dell’Alessandria è “una scelta condivisa, tra l’attuale proprietà e gli investitori che entrano con il 35 per cento”.
Lo spiega Giulio Maione, il dg annuisce, e sostiene di “non conoscere neppure questi partner. Io vengo per fare calcio, questo mi è stato chiesto, e le sfide difficili mi piacciono”.
Ad Alessandria ha detto sì anche perché “a questo club mi lega il ricordo di un grande personaggio del calcio italiano, di cui mi considero un figlio, perché in tutte le mie scelte è stato lui a spingermi e aiutarmi”. La persona è Alfredo Quaglia, già ds, scomparso alcuni anni fa, “il sì all’Alessandria è anche un modo per dirgli grazie per quanto ha fatto per me”.
Non è l’unico legame con la nuova piazza, “fra i ragazzi che ho lanciato c’è Giulio Daleno ed è stato fra i primi a scrivermi. Mi ha detto: con la tua passione e la tua competenza direttore farai bene”.
Per i Grigi, racconta, ha rinunciato a un possibile coinvolgimento nel Trapani di Antonini, fresco di promozione in C. E’ uno che è passato in mezzo a sei fallimenti, “mi porto dietro questo fama, ma anche la mia testardaggine, la mia perseveranza, il mio modo di coinvolgere i giocatori. E’ successo a Tempio, la squadra non prendeva stipendi, a novembre volevano tutti andare via, Li ho convinti a restare, abbiamo vinto il titolo della D”.
Uno che crede “moltissimo nei giovani. Un nome su tutti: Marco Verratti. Lo avevo visto negli allievi del Pescara, ho detto il ragazzo viene in ritiro con la prima squadra. Il presidente mi ha dato del matto, ma io sono cocciuto: la storia di “mister 40milioni di euro” è iniziata così. Perché lavorare bene con il settore giovanile permette di fare plusvalenze”.
Allenatore propositivo
Oggi, per lui, è stata toccata e fuga al Moccagatta. “Torno a Cagliari, con il ds si dialoga anche in smart working“. Allora il direttore sportivo c’è già? “Non ancora, stiamo valutando alcuni profili e poi con lui si deciderà l’allenatore. Sarà un ds giovane, che potrà contare sempre su di me. Con lui farò gli incontri con i calciatori, anzi abbiamo già iniziato“.
Dunque un ds ci sarebbe già, con cui definire il tecnico. “Un criterio su tutti nella scelta: i personalismi vanno messi da parte. Il tecnico deve sapere accettare i consigli, visto che lavorerà con persone competenti, Un allenatore propositivo e collaborativo“. Che dovrà saper gestire una partenza in salita, almeno da ‘-8’ “Dovremo, tutti insieme, uscire in fretta da quella situazione”.
Maione parla di “squadra pronta per una stagione aggressiva“. Multineddu la pensa un po’ diversamente. “La nostra deve essere una annata di continuità”.
Ma, a parte i ricordi di Quaglia e i pensieri di Daleno, come è arrivato Multineddu all’Alessandria? “Ce lo ha indicato Roberto Venturini, confermato team manager”, ammetta Maione.
Venturini che, a sua volta, era stato ‘suggerito’ da Filippo Marra Cutrupi. A proposito: che ne è del segretario, che negli ultimi giorni avrebbe contattato i vecchi giocatori per trattare sui compensi? “Se lo ha fatto, non ha eseguito ordini della proprietà. Anche se fino al 30 giugno – aggiunge Molinaro – sarebbe legittimato a farlo, perché è tesserato”.
Se Multineddu, con ds e mister, sceglierà i giocatori, una indicazione la dà anche Maione. “Non siamo per niente soddisfatti di come si sono comportati alcuni giocatori nella seconda parte della stagione”