Rissa alla Camera. Donno (M5S) punta il dito anche contro Amich
ROMA - Rissa a Montecitorio durante la discussione dell'Autonomia differenziata. Un deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, che stava cercando di dare…
ROMA – Sembra incredibile, eppure la sospensione ricevuta per via della rissa scoppiata alla Camera la scorsa settimana (“e avuta – specifica – per esser sceso dagli scranni”) ha permesso al deputato di Fdi, Enzo Amich, di salvare la vita a un uomo.
“E successo tutto in maniera molto concitata –-racconta il parlamentare – Era lunedì mattina e mi stavo dirigendo verso Montecitorio con mia figlia. Decidiamo di passare da Villa Borghese e noto un uomo sulla 70ina che chiede aiuto disperatamente in mezzo alla strada. Cerco di capire perché e svela che, all’interno dei giardini, c’era un uomo per terra e che nessuno prestava soccorso”.
Che cosa ha fatto a quel punto? “Sono corso a vedere, interrompendo una videochiamata. Entro nella Villa e, in un angolo abbastanza riparato, vedo questa persona (che poi si sarebbe scoperto avere 59 anni, ndr) esanime, con il volto in una pozza di sangue. Capisco che quella perdita era dovuta alla rottura del naso e del labbro per un colpo ricevuto nella caduta, ma l’uomo non respirava né aveva alcun battito. Attivo subito il 112, ma qualcosa occorreva fare. Altrimenti sarebbe morto”.
Non c’erano altri nelle vicinanze? “Si è creato subito un gruppetto di gente, ma nessuno osava prendersi la responsabilità di agire. Sono giunti pure due agenti della Polizia cinofila. A quel punto, ho deciso di intervenire e, mentre veniva creato una sorta di ‘cordone’ per mettere in sicurezza la zona, ho iniziato ad allargare la bocca al signore per far uscire la lingua e provare a far entrare dell’aria”.
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Il 112 intanto era sempre collegato con lei? “In ogni istante – ricorda Amich – e mi ha guidato nella manovra di salvataggio dandomi il tempo del massaggio cardiaco e delle pause. E, dopo vari tentativi, il respiro è tornato. Dopo circa 20 minuti, poi, arriva pure l’ambulanza: a quel punto mi metto da parte e lascio spazio ai medici del 118. Che proseguono quanto stavo facendo e attaccano il malcapitato al defibrillatore. I battiti, pur flebili, ci sono e lo portano subito in ospedale”.
Si rende conto che senza di lei quell’uomo oggi non ci sarebbe più? “Ci ho pensato. E nell’immediato, vedendo l’ambulanza andare via, noi che eravamo lì e avevamo vissuto istante per istante quel dramma ci siamo lasciati andare a un pianto liberatorio. Se c’è una cosa che questa storia mi ha insegnato, è che occorre fare in modo che chi opera sulla strada sia formato e tutelato in caso di evenienze simili”.
Lei quando ha imparato ad eseguire il massaggio cardiaco e le manovre salvavita? “Nei miei tre anni nella Folgore, dove insegnano come soccorrere commilitoni in pericolo di vita”.
Ha saputo qualcosa del signore? “Proprio ieri mi sono recato in ospedale – risponde il deputato di FdI – I medici mi hanno detto che era stato immediatamente operato al cuore, probabilmente quindi per un infarto, e che al momento si trovava in Terapia intensiva. Resta da capire quanti minuti sia mancato l’ossigeno, ma lo si saprà solo al momento del risveglio. Ma loro stessi mi hanno confermato che, se non fossi intervenuto, quell’uomo sarebbe morto”.