Acqui, tensostruttura sulla pista di atletica. E Acquirunners scrive a Stefano Mei
Danneggiato l'anello del 'Mombarone' già in condizioni precarie. La comunicazione di società e federazione anche al sindaco Rapetti
ACQUI TERME – “Le piste di atletica sono un bene comune, spazi per il benessere, la salute, il rispetto, e luogo di integrazione, e vanno gestite e mantenute in modo corretto”.
Questa corretta gestione non prevede certo l’installazione di una tensostruttura, con un servizio catering per la ristorazione, al ‘Mombarone, in particolare dove è la pedana che per il salto in alto, “che è stata sfasciata”, come sottolinea Nuria Mignone, atleta e dirigente di Acquirunners.
La scoperta in queste ore, arrivando nell’impianto “che è stato del professor Piero Sburlati, uno dei padri dell’atletica, non solo in città e in provincia”, rinnovata nel 1988.
Rabbia e delusione
Rabbia, tantissima, anche amarezza.
“Questo è l’ennesimo scempio per questo impianto, che è stato un fiore all’occhiello, quando grazie proprio a Sbrulati, ha ospitato anche campionati regionali e italiani e raduni. La mancanza di controllo e manutenzione – scrivono Giuseppe Chiesa, presidente dell’Acquirunners, e Clelia Zola, che guida il comitato regionale Fidal – ha permesso gli usi più disparati, con gravi danni”.
Tutto questo è contenuto in una lettera, dura e dettagliata, inviata al sindaco, Danilo Rapetti, e a tutto il consiglio comunale.
“Qui si sono disputate anche gare di ciclocross, distruggendo manto e cordoli e gettando via le attrezzature. Adesso, però, si è toccato il fondo, con una tensostruttura installata, senza alcuna autorizzazione, per un altro evento in città (SummerVolley, ndr), piantando chiodi di 20 centimetri sulla pedana del salto in alto, transitando con muletti e camioncini e montando quanto serve per cucina e catering”.
“Intervenga il presidente federale”
Chiesa e Zola, ma del fatto è stata informata anche la delegata provinciale Bruna Balossino, che condivide la protesta, evidenziano che al Mombarone, pur in condizioni precarie, “si allenano ragazze e ragazzi di Acqui e delle Valli Bormida, Erro e Belbo e si svolgono le lezioni di educazione fisica e motoria di tutti gli istituti scolastici cittadini”.
“Abbiamo toccato il fondo e non ci si dica che, intanto, doveva essere messa a posto e che, quindi, qualche chiodo in più cambia poco. Chiediamo a sindaco e consiglio se sono a conoscenza di quanto avvenuto e siamo in attesa di una risposta, pronti a incontrare gli amministratori. La pista è un bene pubblico, che va rispettato, perché della collettività e non di pochi”.
Il Comune e Mei
Il caso è già arrivato a Stefano Mei, presidente nazionale della Fidal ed ex atleta azzurro, contattato telefonicamente, inviando ampia documentazione fotografica.
L’Acquirunners, la delegata provinciale e la presidente regionale attendono, in tempi brevissimi, risposte e azioni. “Perché questa pista, che ora non ha più omologazione e agibilità, va rimessa a posto: come società, erede dell’Ata Acqui, siamo stati sempre a disposizione per curare e difendere la pista. Chiediamo a Mei di intervenire per contrastare questa grave situazione”