Pioggia sull’Ovadese, l’Arpa indica una primavera da record
Aprile e maggio senza precedenti
Le conseguenze sul reticolo dei corsi d'acqua
OVADA – Le immagini dell’Orba in piena due settimane fa sono la rappresentazione di quanto Arpa ha registrato nell’ultimo periodo. Anzi, i dati messi a disposizione non registrano le precipitazioni più recenti. Ma anche senza questo elemento il periodo compreso tra il 1° marzo e il 21 maggio scorso è il più piovoso mai registrato nella nostra Regione da quando esistono le rilevazioni: la media si attesta a 550 millimetri di pioggia.
L’Ovadese, per certi versi, è oltre questa media, come evidenziato da altri numeri disaggregati raccolti di recente. Nel periodo preso in considerazione sul territorio si è abbattuta la metà delle precipitazioni di norma registrate nel corso di un anno. Il precedente primato risaliva al 1977 con 546 millimetri. Nel 2013 un altro picco di 530 millimetri, ricordato da molti produttori di vino per la complessità della gestione delle operazioni in vigna di quel frangente. Nel complesso le precipitazioni sono state davvero ingenti sul tutto il territorio osservato.
Normale e straordinario
L’Orba è motivo di preoccupazione di frequente da qualche anno. «Da inizio anno – si legge nel report – le precipitazioni osservate sino ad oggi sul Piemonte sono state circa il doppio (+110%) rispetto alla media del periodo nel trentennio di riferimento climatico 1991-2020, tanto che i quantitativi cumulati al 21 maggio (750 millimetri) sono gli stessi che di norma si osservano alla fine della prima decade di ottobre». Una parziale boccata d’ossigeno rispetto al recente passato per quanto la pressoché totale assenza di precipitazioni nevose nel periodo invernale sia l’elemento che induce ad una riflessione più approfondita. Solo i fenomeni in quota verificatisi attorno al 10 maggio hanno parzialmente ristabilito i livelli medi storici.
L’Ovadese ne è stato totalmente escluso. Nel complesso però quanto caduto sul territorio di recente dovrebbe scongiurare i gravi problemi registrati con la fornitura idrica nei mesi più caldi dell’estate 2023: Cremolino e Cassinelle le aree più colpite dalla carenza d’acqua. «In termini di siccità meteorologica – prosegue il report – l’anno 2024 si è presentato a due facce: se fino ad aprile le scarse precipitazioni hanno portato la regione a condizioni diffuse di siccità moderata e severa, con anche punte estreme nel basso astigiano e cuneese, un mese di maggio molto piovoso ed uno di giugno al di sopra della norma, hanno riportato la situazione ovunque oltre la normalità».
Il 2023 si presentava diversamente. «Come riscontrato nell’anno precedente, nel 2023 si sono registrati scostamenti negativi di portata rispetto ai valori storici di riferimento, dovuti principalmente alla presenza di diversi periodi asciutti durante l’anno, ad eccezione delle abbondanti precipitazioni di maggio, ma anche derivanti dallo stato pregresso di siccità dei corsi d’acqua individuato nel 2022».
Sistema interconnesso
Eppure oggi l’Orba sembra quasi secco. Il carattere torrentizio del corso d’acqua si è accentuato negli ultimi anni. Il picco registrato nell’ultimo periodo è stato determinato dai fenomeni attorno al 7 maggio scorso. Le precipitazioni hanno contribuito a far risalire temporaneamente i livelli dei principali torrenti presenti nella parte meridionale della Regione. In realtà il livello dell’Orba dipende dalle precipitazioni che si registrano nella parte alta della valle situata nel territorio Ligure e quindi non registrate dall’agenzia della nostra Regione. Ma in un sistema interconnesso anche con la Valle Stura la situazione nell’Ovadese dipende in massima parte da ciò che si verifica nell’entroterra genovese.