Carcere di Alessandria: l’onorevole Grimaldi e il ‘caso Spera’
Visita del vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera: "Spero che le misure cautelari finiscano presto e che possa tornare alla sua vita"
ALESSANDRIA – L’onorevole Marco Grimaldi, vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, ha effettuato un sopralluogo di tre ore al carcere di Alessandria.
“Ho visitato i blocchi principali della Casa di Reclusione. – racconta – L’area dedicata ai collaboratori di giustizia, dove forse la disponibilità di celle singole insieme alla consapevolezza di essere alle fine di un percorso detentivo e all’inizio di un’esperienza di reinserimento fa percepire la reclusione con maggiore serenità. Il blocco principale, nel quale purtroppo celle inferiori ai 3 metri quadri ospitano due detenuti. E la mancanza di educatori, lavoro, attività sportive, culturali, educative rendono il ritmo di vita molto più lento”.
Secondo il deputato, “benché le case di reclusione più piccole, come questa, siano di solito meno fatiscenti e sovraffollate, il vuoto di servizi e personale pesa. Resta carente anche la pianta organica della Polizia penitenziaria. Ed è assurdo che, a causa degli sfollamenti, ergastolani siano stati trasferiti qui da Opera e dalle Vallette, interrompendo relazioni e attività”.
Grimaldi e l’incontro con Spera
Non solo: “Il blocco di alta sicurezza, in cui vi sono per lo più detenuti storici legati all’eversione di quarant’anni fa. A volte persone legate al terrorismo internazionale di matrice islamista. E ci sono poi casi incredibili come quello di Luigi Spera, vigile del fuoco con la fedina penale pulita, in custodia cautelare qui per aver partecipato a una manifestazione pacifista. Luigi – sottolinea Grimaldi – che ho incontrato, per fortuna sta bene. Ed è consapevole della tanta solidarietà che sta ricevendo”.
“Spero – conclude – che le misure cautelari per lui finiscano presto e che possa tornare alla sua vita. Mi auguro che il presidente Meloni, oggi a colloquio con il Primo ministro albanese, trovi il tempo di avviare le trattative per gli almeno 700 detenuti di origine albanese che si trovano in Italia. E che hanno chiesto di essere estradati per riavvicinarsi ai loro cari. Ad Alessandria sono almeno 30, li ho incontrati mentre già pensavano al primo match dei campionati europei, Italia-Albania”.