Roso dura su piscina e Terme: “Servono imprenditori coraggiosi”
La candidata in Regione tira in ballo anche il Comune: "Con Commissione Sanità inviata lettera per chiedere un'ordinanza per la sanificazione della piscina"
ACQUI TERME – «Un tempo vanto dell’offerta termale cittadina, oggi è una pozza maleodorante ricettacolo di zanzare. La grande piscina di zona Bagni è l’emblema della parabola termale acquese: un motore economico fermo da tempo, divenuto una minaccia per la salute pubblica».
In questo caso Franca Roso non si esprime solo in veste di candidata consigliera regionale, ma anche come consigliera comunale e cittadina acquese. Una dura disamina che tira in ballo, quindi, anche il Comune di Acqui: “La Commissione Sanità del Comune – sottolinea l’ex vice sindaco Roso – ha inviato una lettera al sindaco Danilo Rapetti segnalando la situazione incresciosa e richiamandolo alle sue responsabilità affinché emetta un’ordinanza che intimi al privato di svuotare e sanificare la struttura. Ho aggiunto la mia personale richiesta di riaprire al pubblico la piscina, in modo da tutelare la salute collettiva ed al contempo dare respiro e speranza ad un quartiere che è il fantasma degli antichi fasti”.
“Aperture “spot” che violano il diritto alla salute”
Franca Roso, poi, non nasconde il suo disappunto anche per l’attuale situazione che riguarda gli stabilimenti termali: “Le Terme sono un diritto di tutti, in primis degli Acquesi che con i loro sacrifici le hanno rese famose nel mondo, ma anche dei malati che un tempo affollavano i nostri alberghi ed oggi sono costretti a farne a meno o rivolgersi altrove. Le aperture “spot” di un solo stabilimento – osserva – non rendono onore alla nostra tradizione e violano la funzione pubblica connessa al Servizio Sanitario. Terme di Acqui ha bisogno di imprenditori coraggiosi; la gestione delle concessioni termali di figure competenti. Per questo sono pronta a mettere a servizio della Regione Piemonte l’esperienza maturata in anni di Presidenza dell’Ancot (Associazione Nazionale Comuni Termali)”.
Due, per Franca Roso, le priorità: “Rivedere la legge regionale che disciplina il settore e realizzare uno studio che valuti la portata della fonte. Bisogna insomma verificare la possibilità di emettere altre concessioni e così spezzare il monopolio che da troppo tempo sta asfissiando l’economia acquese. Solo così, insieme a una rete di infrastrutture efficiente, il termalismo tornerà ad essere appetibile per gli investitori e sarà garantito un futuro alla città».