Regionali: cinque candidati presidente, tredici liste in totale
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ALESSANDRIA – Ignazio Marino, chirurgo di fama mondiale, ex sindaco di Roma, è candidato indipendente nelle liste dell’Alleanza Verdi Sinistra alle Europee (circoscrizioni Nord-Ovest e Centro). Ieri era ad Alessandria (ex Taglieria del pelo), altra tappa di un’impegnativa campagna elettorale.
Professor Marino, in campagna elettorale si ha modo di incontrare molta gente. Che cosa emerge da questi incontri?
Molte persone sono irritate per le candidature farlocche di leader che intanto non andranno in Europa anche se eletti. Schlein, Meloni, Calenda, Tajani… In altri paesi dell’Unione i candidati si selezionano con più serietà. E meno male, almeno, che s’è scongiurato il confronto televisivo tra Meloni e Schlein. Si facciano i dibattiti con chi in Europa ci può andare davvero.
Probabilmente interessa molto più la politica italiana che quella internazionale.
Eppure la visione dell’Europa dovrebbe rientrare fra le responsabilità della classe dirigente. Ma sull’Unione non c’è informazione sufficiente, malgrado questa abbia straordinario potere sulle scelte dei singoli paesi. Temi che vanno dalla salute alla transizione ecologica non possono essere delegati a figure poco preparate come quelle che rischiamo di mandare a Bruxelles, visto che i leader non ci saranno.
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Lei è un affermato medico. Cosa pensa di fare, sul fronte della sanità, qualora venisse eletto?
Proporrei all’Europa di sanzionare quegli stati in cui le liste d’attesa sono oltre ogni logica e non vengono rispettate. In Piemonte anche chi è malato di tumore rischia di aspettare 380 giorni per una tac.
Perché la sanità in Italia si è ridotta così male?
Ad esempio perché si è dato potere decisionale alla Regioni, col rischio di avere, come in effetti è, 20 sistemi sanitari diversi. Mi auguro che il Governo di centrodestra voglia prendere provvedimenti su questo fronte.
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Lei è candidato dell’Alleanza Verdi Sinistra, una formazione che possiamo considerare “minore”. Non teme di essere schiacciato?
No. Io sono candidato come indipendente e questo mi consente di avere una visione mia su temi che mi stanno a cuore. In sintesi: più salute, meno armi, senza dimenticare di rivedere gli accordi di Dublino sull’immigrazione. Aggiungo che l’Europa, nelle relazioni con gli altri colossi, ad esempio su un tema scottante come la guerra in Ucraina, deve avere un’unica voce.
Passo indietro. Cosa le manca dai tempi in cui è stato sindaco di Roma?
Non certo i consiglieri di Pd e An che andarono dal notaio per farmi fuori. Non chiedetemi i nomi: io, come tutti i chirurghi, ho la memoria selettiva, quindi li ho dimenticati.
Cosa invece ama ricordare di quel periodo?
Mi vanto di avere chiuso la discarica più grande d’Europa e avere aperto la linea C della metropolitana che ha cambiato la vita a 50mila persone. E ho riportato l’attenzione sul sito archeologico più importante del mondo, chiudendo al traffico alcune strade in una città dove ci sono circa 3,5 milioni di auto, cioè una vettura per abitante.