Oggi, 17 maggio, è la Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia
L’intervista a Marco Monti, presidente di tesserare le Identità: “Pensare che fino a trent'anni fa l'omosessualità fosse considerata una malattia, ci tocca. E ci fa pensare a come sono cambiate le cose".
ALESSANDRIA – Oggi, 17 maggio, è la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la transfobia.
“Un momento importante per quello che significa”, il commento di Marco Monti, presidente di Tesserare le Identità. “La ricorrenza nasceva nel 1990, quando l’Oms eliminava l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali. Pensare che fino a trent’anni fa l’omosessualità fosse considerata una malattia, ci tocca. E ci fa pensare a come sono cambiate le cose”.
Il significato del 17 maggio
Ma le cose sono cambiate davvero o solo sul manuale diagnostico dei disturbi mentali?
Monti è ottimista: “Il mondo è cambiato tanto dagli anni duemila ad oggi. Culturalmente la società del mondo occidentale è andata incontro ad un miglioramento sensibile, specialmente nel modo in cui vengono vissute le diversità”.
“Non scordiamoci, però – il monito – che esistono ancora dei problemi di convivenza con la poliedricità dell’essere. Ci sono ancora delle tracce ostilità alla Comunità lgbt+ in alcuni ambienti della popolazione e della politica”.
E ad Alessandria…
Ambienti, quelli ostili, di cui possiamo trovare traccia anche nella nostra città? “No, non mi sentirei di puntare il dito – risponde il presidente di Tesserare le Identità – Alessandria vive serenamente la propria comunità lgbt+. Anche se c’è da dire che, nella quotidianità di una realtà di provincia, i membri non si espongono poi così tanto”.
Sembra vero. Ma dal momento che una comunità c’è, se non si sente di esporsi, forse non è così serena… “Questo è vero, ed è anche per questo che giornate come oggi, 17 maggio, servono ancora. Qui non ci sono attacchi omofobi diretti a singoli membri della comunità nella storia recente. Ma c’è da dire (lo diceva anche Alessandro Zan, ospite lo scorso mercoledì alla Ristorazione Sociale) che un attacco generico alla comunità mina il senso di sicurezza di tutti i suoi membri”.
E ad Alessandria? “Qui si può migliorare. Ma siamo orgogliosi di vivere in una città dove la politica attuale sostiene il Pride“.