Centrale del Latte, i lavoratori: "Continuiamo a produrre"
ALESSANDRIA – Senza latte, anzi senza latte della Centrale, quello che campeggiava nei (molti) supermercati, nei (pochi) negozietti e pure oltre le province di Alessandria e Asti. Il martedì mattina, qui, in via Massobrio, è di una tristezza infinita.
“Arrivederci, vado a sbrigare le ultime cose” sospira Chiara. E “ultime cose” non è un modo di dire. Sono proprio le ultime faccende che vanno sistemate in questo luogo un po’ simbolico e un po’ iconico dell’Alessandria che produce e vende qualità. C’è anche lei, Chiara Gandini, da 7 anni responsabile della qualità, al presidio permanente organizzato dai sindacati. Tutte le mattine saranno qui i lavoratori che non si arrendono, pur sapendo che dovranno farlo, prima o poi.
Raffaele Benedetto è quello che li rappresenta, fronte Cgil. Snocciola numeri: “In 48 perdono il posto e a loro bisogna aggiungere i 52 agenti di vendita che, essendo a partita Iva, non possono godere neppure degli ammortizzatori sociali”. Attorno a lui, c’è gente che si abbraccia, come si faceva da ragazzi quando finiva la scuola o come i compagni di squadra all’ultima di campionato.
Solo che la scuola riparte e il campionato pure. Qui, invece, nulla. Tutto si ferma, inesorabilmente.
“Andando indietro con la memoria e ripensando, con il senno di oggi, ad alcune decisioni prese – aggiunge Chiara Gandini – si capisce che probabilmente c’era una strategia ben precisa“. Cioè far fallire la Centrale, che ha un po’ di soci (il Comune partecipa col 6%, poca roba rispetto ai produttori e al Centro cooperativo…) e 150 allevatori che forniscono il prodotto a Piemonte Latte (in società col 18%) che poi è quello che conferiva qui e che, ora, si preoccuperà di portare il latte altrove, perché le mucche mica si fermano.
Carlo Migliassi, 22 anni alla Centrale e 8 al Centro cooperativo raccolta latte, immagina il futuro: “Quel che vale veramente, qui, è il sedime, di proprietà degli allevatori. Io già mi immagino che questi edifici (che meriterebbero un restyling, ndr) verranno abbattuti e saranno realizzati palazzi. Al vecchio Centro cooperativo è successa la stessa cosa. D’altronde siamo in una zona appetibile, vicina al centro ma un po’ periferica e sostanzialmente comoda”.
Lo scenario è bell’e che dipinto. Se la guardiamo con gli occhi del romantico, le tinte sono fosche. Eppur fino a ieri il latte biancheggiava.