Piovera: chiusi due pozzi dell'acqua potabile per i Pfas
ALLUVIONI PIOVERA - Dopo Montecastello, arriva la chiusura di altri due pozzi che riforniscono l'acqua potabile. Questa volta tocca a…
ALZANO SCRIVIA – L’inquinamento Pfas (sostanze perfluoroalchiliche – alcune dichiarate cancerogene) si espande a macchia d’olio: dopo la chiusura del pozzo dell’acqua potabile di Montecastello, è seguita quella di due pozzi di Piovera. Ora, emerge che anche ad Alzano Scrivia, lo scorso agosto, è stato chiuso il pozzo dell’acqua potabile.
Ciò che stupisce è come sia possibile che la chiusura di pozzi di acqua potabile avvenga in una sorta di silenziosa accettazione. Queste decisioni sono state prese perché, seppur sotto l’egida “dello scopo precauzionale”, ci sono criticità evidenti.
Il sindaco di Alzano Scrivia, Adolfo Guagnini spiega come da ormai 8 mesi si stia “utilizzando l’acqua del comune di Tortona”. Secondo il primo cittadino, “c’è una tubazione che collega tutti i comuni della Valle Scrivia”.
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Criticità per la presenza di Pfas nei pozzi dell’acqua potabile sono emerse in molte zone della Valle Scrivia. Cristiano Cervetti, sindaco di Guazzora, precisa: “La nostra linea è stata deviata, come tutta la nostra zona, sotto quella di Tortona già dall’agosto dell’anno scorso”.
A cosa è dovuto questo trasferimento di linea?
“Avevano rilevato che nella nostra zona, quindi Castelnuovo, Guazzora, Alzano, Isola, Sale – spiega – c’erano valori leggermente più alti rispetto a Tortona. Non eravamo sopra soglia massima, però erano medio-alti. Così hanno deciso di dirottare la linea dell’acqua sui pozzi di Tortona. Prima eravamo sotto la linea di Spinetta“.
Abbiamo chiesto al primo cittadino quali azioni siano state intraprese dopo questi fatti. “Col sindaco di Castelnuovo Scrivia, Alzano e Molino dei Torti abbiamo richiesto un incontro alla Provincia che si è svolto a febbraio. Erano presenti Asl, Arpa e un tecnico provincia e insieme al dirigente di gestione acque, durante il quale ci ha spiegato quello che stanno facendo e cosa sta succedendo”.
Da quello che è emerso, è che “si sono resi conto che questi livelli si stanno alzando, c’è la presenza di questo agente, anche se non si ha idea del perché e da dove arrivino, guardando i grafici, durante le annualità i dati sono altalenanti e c’è diversità tra i vari paesi. Stanno facendo rilievi e accertamenti. Asl dice che non c’è pericolo, perché nell’immediato non è dannoso”.
Trovati Pfas nel sangue, ci sono anche valori superiori alla soglia
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Diversi studi hanno dimostrato che i PFAS una volta nell’organismo hanno un’emivita piuttosto lunga, andandosi ad accumulare preferibilmente nel sangue e nel fegato e che possono provocare epatossicità, immunotossicità, neurotossicità, alterazioni ormonali nella riproduzione e nello sviluppo.
E’ necessario ricordare che il PFOA, l’acido perfluoroottanoico, è certamente cancerogeno, tanto da essere inserito nel gruppo 1 delle sostanze che possono causare tumori: lo rivela un recente studio sui PFAS condotto dallo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. Mentre il PFOS, l’acido perfluoroottansulfonico, è invece “possibilmente” cancerogeno.