Il Como va in A, l’Alessandria non sa dove giocherà
A distanza di tre anni i lariani ritrovano la massima serie e i Grigi vivono in una dolorosa precarietà
ALESSANDRIA – Tre anni fa, era il 25 aprile 2021, Como e Alessandria si sfidarono per la B diretta. La spuntarono i lariani, con i Grigi decimati dal covid. Un mese e mezzo dopo, il rigore di Rubin consegnò la serie cadetta anche alla formazione alessandrina.
Questa sera Como, dopo 21 anni, ritrova la serie A passando per due fallimenti, ma con la proprietà economicamente più forte del calcio professionistico.
Mentre Alessandria non sa ancora in quale categoria giocherà: dilettantistica, ma la D è sempre più difficile da tenere, tra scadenze che si avvicinano (per il 4 giugno servono 360mila euro), il rischio di altre penalizzazioni, e le posizioni aperte con i creditori e i fornitori, da saldare.
E l’Eccellenza? Si potrebbe chiedere in sovrannumero, se la soluzione fosse, ed è una delle ipotesi, la messa in liquidazione, creando , però, una nuova società, con matricola diversa. Eviterebbe le penalizzazioni, ma obbligherebbe a un contributo a fondo perduto superiore ai 100mila euro. Che si potrebbe non pagare in caso di unione con un club che ha il titolo per giocare nella massima serie dilettantistica regionale.
Come la Luese Cristo, che entro la fine di giugno ha l’obbligo di cambiare denominazione (esiste una Luese in Terza Categoria), ma deve conservare la sede nel raggio di 30 chilometri da quella originaria. Da valutare quali sono le intenzioni, a questo proposito, del patron Palmiere, e il coinvolgimento degli alessandrini.
Per la panchina, qualunque sarà la categoria, la candidatura forte è quella di Stefano Civeriati, che ha dato già la disponibilità, indicando come figura cardine dello staff Andrea Servili.
Nella serata dei verdetti della B, due ex grigi, D’Angelo e Taddei, salvano lo Spezia.