“Voci. Parole senza barriere”: le storie di vita firmate Amapola
Racconta Micol Burighel: "Alcuni temi dal profondo impatto sociale rischiano di vivere un grande momento di visibilità per poi finire nel dimenticatoio"
ALESSANDRIA – Sono online le prime sei puntate di “Voci. Parole senza barriere“, la rubrica della Società Benefit Amapola, specializzata in sostenibilità e comunicazione. Il progetto intende tenere alta l’attenzione su importanti temi sociali del nostro tempo, raccogliendo storie e testimonianze da parte di chi li vive in prima persona.
L’ultimo episodio affronta il tema del linguaggio di fronte a diversità e inclusione, anzi “convivenza delle differenze”, come precisa l’intervistata Vera Gheno, sociolinguista, citando l’attivista Fabrizio Acanfora.
Il linguaggio inclusivo spaventa? E se è così, significa che anche l’inclusione spaventa? Qual è il rapporto tra realtà e linguaggio e in che modo queste due dimensioni si influenzano? La puntata che vede Gheno protagonista si snoda a partire da queste domande per stimolare una riflessione su come la comunicazione, oggi e sempre di più, possa essere strumento di condivisione, arricchimento, emancipazione.
Amapola, quante testimonianze
Oltre al linguaggio inclusivo, tra le storie di Voci c’è quella di Raiaan Dobosh, imprenditrice siriana che ha aperto un ristorante italo-siriano a Torino con il sostegno di un progetto finanziato dal Comune. C’è poi l’esperienza di Carmine Falanga della Cooperativa Idee in Fuga, che racconta come l’economia carceraria aiuti a combattere la spaventosa recidiva di chi, uscito dal carcere, ci rientra in pochi mesi (parliamo di una percentuale del 70%).
La rubrica ha raccolto la testimonianza anche di Alex Moscetta, Responsabile comunicazione della Comunità di Sant’Egidio, da tanti anni attiva nell’emergenza costante della guerra in Siria. A parlare di violenza di genere, tastando le radici del fenomeno e approfondendo nel concreto la realtà dei centri antiviolenza, è stata ospite di Amapola pure Lella Palladino, fondatrice della Cooperativa Sociale E.V.A. La puntata zero, da cui nasce tutto, tratta delle drammatiche vicende iraniane di settembre 2022, con Amin Pasandehpoor, iraniano di nascita, italiano di adozione ed esperto in scienze delle relazioni internazionali.
“Il progetto di Voci rientra tra le finalità di beneficio comune che Amapola porta avanti in quanto Società Benefit. Ossia una società che per statuto, oltre a generare profitto economico, si impegna anche a creare impatti sociali e ambientali positivi, fuori e dentro di sé”, si legge in una nota.
“Troppo spesso al limite dell’invisibilità”
«Le barriere che citiamo nel titolo della rubrica sono soprattutto quelle della nostra attenzione, bersagliata ogni giorno da ogni tipo di contenuto e messaggio» racconta Micol Burighel, Responsabile comunicazione di Amapola e componente del Consiglio d’impatto che gestisce le attività benefit.
«In questo caos, alcuni temi dal profondo impatto sociale rischiano di vivere un grande momento di visibilità per poi finire poco dopo nel dimenticatoio. Pensiamo per esempio a cosa succede ogni volta che avviene un femminicidio oppure all’esperienza di chi esce dal carcere, troppo spesso al limite dell’invisibilità. Durante le proteste seguite alla morte di Mahsa Amini, abbiamo riflettuto su come dare il nostro supporto alle donne e agli uomini dell’Iran. Lo abbiamo chiesto ad amiche e amici persiani: ci hanno risposto “amplificando la nostra voce”. E così abbiamo dato il via a Voci, perché la distrazione non può essere un’opzione né una scusa di fronte a eventi e fenomeni che impattano così duramente sulle nostre comunità».
Voci è un progetto che prosegue e che intende aprirsi a nuove collaborazioni e sinergie. Chi volesse proporre una nuova storia, contribuire con la propria partecipazione oppure riflettere su come moltiplicare l’impatto dell’iniziativa, può scrivere direttamente a micol.burighel@amapola.it.