Massignan, il ciclismo dei pionieri perde l’Angelo del Gavia
Nel ciclismo degli anni '60
Scalatore forte e atleta sfortunato
OVADA – Sarà sempre “L’angelo del Gavia” Imerio Massignan, interprete di un ciclismo romantico che ha saputo appassionare gli italiani negli anni tra l’uscita dalla seconda guerra mondiale e il boom economico.
Ovada e l’Ovadese piange l’atleta che ha scelto Silvano d’Orba per vivere, amatissimo per la sua capacità di essere al tempo stesso burbero e appassionato. Massignan aveva 87 anni. Professionista dal 1959 al 1970, al Tour de France vinse una tappa, aggiudicandosi per due volte anche la classifica scalatori.
Il volto della fatica, il prezzo di tanti anni trascorsi sul pedale nelle più prestigiose competizioni del ciclismo. E’ tutto questo Imerio Massignan. Il campione è morto all’ospedale di Novi dove era stato trasportato dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute. Massignan lascia i figlio Raffaello e Alessia.
I funerali sono in programma martedì pomeriggio, dalle 15.30, nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano a Silvano d’Orba.
Curriculum
Scalatore puro, soprannominato “gamba secca” per la sua caratteristica pedalata dovuta ad una gamba più corta dell’altra, esordì fra i professionisti al Giro d’Italia 1959. Fu secondo al Giro d’Italia 1962, a poco meno di 4 minuti dal vincitore Franco Balmamion.
Proprio nel Giro edizione 1960 Massignan solitario transitò in testa sul Gavia nella prima volta in cui la “Corsa Rosa” vi si arrampicava, segno che il ragazzo aveva della stoffa. “Tutti nella vita – raccontava l’ex ciclista originario di Altavilla Vicentina, ma stabilitosi a Silvano d’Orba nel 1977 – abbiamo da recriminare qualcosa, io per esempio un anno, nel 1962, sono arrivato 2° al Giro d’Italia e rimango più che certo di non averlo vinto perché non avevo a disposizione una squadra all’altezza”.
Nella sua lunga carriera Massignan prese parte a ben 11 Giro d’Italia ed oltre ad un secondo posto vanta due quarti come migliori piazzamenti, ottenuti proprio agli esordi nel 1959 e ’60. “Sono stato anche quattro volte al Tour de France e per tre volte ho vinto la Maglia a Pois per il G.P. della Montagna, mentre per l’edizione del ’63, l’ultima a cui ho partecipato, mi è sfuggita per un solo punto. Nel 1960 e nel ’61 ho vinto una tappa nel Tour e come classifica generale, proprio nel ’61, ho ottenuto il mio miglior piazzamento giungendo appena sotto il podio”. Il corridore veneto, grazie alla sua generosità in gara ricevette anche il giusto riguardo da parte dei tecnici della Nazionale e per tre volte fu chiamato a vestirsi di Azzurro ai Campionai del Mondo Professionisti dove in una occasione, nel 1960 in Germania, si classificò al quarto posto.