Alessandria non dimentica le bombe sul Cristo e le 239 vittime
Appuntamento questa mattina alle 11 in piazza Zanzi. La testimonianza di Reno Penna
ALESSANDRIA – Questa mattina alle 11 Alessandria ricorderà ciò che avvenne al quartiere Cristo ottanta anni fa. In quella domenica del 30 aprile 1944 quando, sotto i bombardamenti alleati, perirono 239 persone.
Il momento commemorativo si svolgerà presso la targa posta sulla facciata della scuola Zanzi, sulla omonima piazza. In loco verrà posta una corona d’alloro alla presenza delle autorità locali, di una rappresentanza della scuola e delle associazioni combattentistiche e d’arma.
L’evento non fu l’unico ad Alessandria a rappresentare morte e distruzione, ma per numero di vittime fu il bombardamento più sanguinoso avvenuto in Città.
Fu un vero e proprio “battesimo di sangue” e la cronaca di quel giorno è efficacemente descritta da Renzo Penna nel volume “Vittime dimenticate” (ediz. dell’Orso, Alessandria 2016). Dove si riporta che quello del 30 aprile 1944 fu “il primo massiccio bombardamento che si abbatte sulla città, di domenica, poco dopo mezzogiorno. Trovando la popolazione sorpresa, impreparata e senza difese. Con intervalli e ondate successive l’attacco ha termine dopo le 14″.
La ferrovia e il Cristo
“I numerosi bombardieri americani – si legge ancora – scaricano tonnellate di bombe scortati da aerei caccia. Che, scendendo in picchiata, a quaranta metri di altezza mitragliano strade e piazze affollate di gente. L’ampiezza dell’attacco portato alla città non aveva, con tutta evidenza, solo il compito di distruggere la stazione e lo scalo ferroviario, ma di terrorizzare la popolazione civile. Al termine il colonnello Glantzberg rimase, comunque, contrariato nell’apprendere che solo il 17 per cento delle bombe aveva colpito gli obiettivi assegnati, nonostante il tempo fosse ottimo e totale l’assenza dei caccia nemici”.
“Nella notte di lunedì 1° maggio la città, a poco più di 24 ore dal primo attacco, fu nuovamente bombardata dagli inglesi con ordigni incendiari sganciati su tutto l’abitato. In quello stesso giorno, chi si era salvato ed era nella condizione di poterlo fare, abbandonò Alessandria diventando uno “sfollato”. Le bombe (al quartiere “Cristo”) colpirono principalmente il territorio prospiciente la ferrovia e lo smistamento delle merci nella direzione di Casalbagliano, le zone della cascina Boida, la Boidina, la Parigina, via Vecchia dei Bagliani e sconvolsero l’intera area”.
“Furono sinistrate parecchie case di abitazione e lesionata la sede della Soms in corso Acqui. Nelle Casermette, a sud del quartiere, si contarono diverse vittime tra i militari e numerose furono le bombe che caddero nel “fondone di Taverna”. La zona che divide l’attuale corso Carlo Marx da via Maria Bensi. Lo stabilimento Mino G.B. e figli, situato in via Buonarroti, nella parte mediana del rione, fu gravemente sinistrato e divenne completamente inattivo”.