Nel lungo periodo
Significato e rischi della corrente di pensiero denominata "Lungotermismo"
Nel lungo periodo, diceva l’economista John Maynard Keynes, siamo tutti morti. Hai voglia – era il senso delle sue parole – ad immaginare strategie che portano benefici solo dopo moltissimo tempo: risulterebbero astratte e non percorribili, forse persino pericolose. Con questo senso pratico, Keynes offrì ai politici del Novecento la chiave per superare la Grande Depressione prima e la crisi del Secondo Dopoguerra poi.
Che cos’è il lungotermismo?
Il lungoterminismo è una corrente di pensiero, filosofica e morale, che ha preso piede fra le élite della Silicon Valley e che ha elaborato una base concettuale utilizzata, in qualche cerchia di imprenditori e autori, per affrontare sfide impegnative come il cambiamento climatico, ma anche per riflettere su alcune scelte tecnologiche – come l’Intelligenza Artificiale Globale – i cui effetti contemplano forse benefici diffusi nel lungo termine, ma anche scenari certi di impatto negativo nell’immediato presente: se nel futuro la AI creerà nuovi lavori, quanto è pesante la disoccupazione frizionale che crea al giorno d’oggi?
Alla base del lungotermismo vi è dunque buon senso e una esigenza di responsabilità nei confronti delle prossime generazioni, una risposta apprezzabile alla classica lamentela nostrana che spesso mette sotto accusa una classe politica che ha cuore solo le prossime elezioni. Occorre però considerare i rischi di questo approccio: davvero ha più senso investire nella colonizzazione di un pianeta per salvaguardare l’estinzione dell’umanità dai cataclismi del prossimo secolo rispetto a finanziare una campagna vaccinale contro la malaria?
Ai posteri – è davvero il caso di dirlo – l’ardua sentenza.