Alessandria Calcio, faccia a faccia squadra – tifosi
Ai giocatori è stato rimproverato di aver smesso di giocare da tempo. Binotto: "Delusione e rabbia comprensibili. Sono anche le nostre"
LEGNAGO – “Avete smesso di giocare da tempo”.
Quando, al triplice fischio, dopo 10′ di recupero, i giocatori si avvicinano al settore dove sono i tifosi dell’Alessandria, un quindicina, forse con l’intenzione di dare le maglie, la risposta è dura, da parte di chi, dopo una prestazione come quella contro la sesta forza del torneo, è ancora più arrabbiato per la retrocessione ingloriosa.
Insieme alla squadra anche Jonatan Binotto, lui pure chiamato in causa. “Sono stati i tifosi stessi a volere questo confronto. Che è sacrosanto e legittimo: hanno tanta delusione in corpo e nel cuore e anche rabbia, Tutto legittimo, dopo una stagione come questa hanno mille ragioni. Anche noi siamo delusi e tanto, per non essere stati capaci di tenere l’Alessandria in C”.
Qualche giocatore ha anche provato a rispondere, soprattutto il capitano Simone Ciancio. Il faccia a faccia è durato alcuni minuti, nessuno ha voluto le maglie, solo Samele l’ha consegnata a una persona che, però, non era nel gruppo della tifoseria.
“Toni assolutamente civili – insiste Binotto – E, ripeto, sacrosanta la protesta, il desiderio di dirci in faccia ciò che pensano. Oggi i ragazzi sono stati eccezionali, hanno giocato sempre, ci hanno provato, il palo ci ha negato il gol due volte, non ricordo che la squadra abbia tirato così tanto in altre partite”.
“Il rammarico è ancora più grande: non averlo fatto prima, come ci rimproverano, con ragione, i tifosi, perché la prestazione di oggi ci ha detto che in categoria potevamo stare“.
Due recuperi
Almeno Foresta ha ritrovato il campo, “Ho avuto infortuni lunghi, so cosa vuole dire. Se la reazione sarà buona – aggiunge il tecnico – con il Vicenza avrà più minuti. Perché non ha mai mollato”.
Vale anche per Farroni: per lui fatali alcuni errori nelle prime gare, Binotto lo ha rimesso in campo e lui ha salvato il risultato in due occasioni. “Credo che, nel disastro di questa annata, un allenatore non debba smettere di dare opportunità a chi, almeno, dimostra impegno”