Sicurezza alimentare: le norme dell’Unione Europea
La sicurezza alimentare è una voce quanto mai importante nella lista degli obiettivi perseguiti dall’Unione Europea, ancora di più è un tema di attualità se proiettato sulla prospettiva dell’Italia. Per questo motivo Osservatorio Europa, la rubrica de Il Piccolo che approfondisce il mondo dell’Ue in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno 2024, approfondisce un argomento così caro al Bel Paese.
La sicurezza alimentare nell’Ue
Proteggere la salute è l’obiettivo delle norme e delle leggi dell’Ue nei settori dell’agricoltura, della zootecnia e della produzione di alimenti. Un ampio corpus di norme a livello europeo disciplina l’intera catena di produzione e trasformazione alimentare all’interno dell’Unione europea, ma anche le merci importate ed esportate.
Le norme principali
La politica di sicurezza alimentare dell’Unione Europea è principalmente disciplinata dagli articoli 168 (salute pubblica) e 169 (protezione dei consumatori) del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Questa politica mira principalmente a proteggere i consumatori, garantendo allo stesso tempo il regolare funzionamento del mercato unico. La legislazione dell’Unione riguarda l’intera filiera alimentare, ‘dal produttore al consumatore’ in modo integrato, e applicando un approccio ‘One Health’.
Questa legislazione dunque si occupa soprattutto degli aspetti di sicurezza della produzione primaria, delle condizioni igieniche nella trasformazione alimentare, dell’imballaggio, dell’etichettatura e dei controlli ufficiali sulla conformità alla sicurezza alimentare.
L’Unione Europea ha quindi concordato anche norme predefinite per garantire la salute e il benessere degli animali, la salute delle piante e il controllo della contaminazione da sostanze esterne, come i pesticidi. Ogni fase è soggetta a controlli rigorosi, e i prodotti importati da paesi terzi (ad esempio, la carne), devono rispettare le stesse norme e sottoporsi agli stessi controlli degli alimenti prodotti all’interno dell’Unione.
Gli Stati dell’Ue attuano queste norme armonizzate e stabiliscono controlli per farle rispettare. L’Unione stessa verifica l’applicazione e l’efficacia delle leggi e dei controlli, e fornisce anche la formazione necessaria ai responsabili dell’Ue e alle autorità internazionali.
I settori principali
Per tirare le somme, l’azione che deriva dalla politica di sicurezza alimentare europea si concentra su 4 settori principali:
- Igiene degli alimenti: le imprese del settore alimentare, dagli allevamenti ai ristoranti, devono rispettare la legislazione alimentare dell’Ue, anche quando importano prodotti alimentari nell’Ue;
- Salute degli animali: controlli e misure sanitarie per gli animali da compagnia, gli animali da allevamento e la flora e la fauna selvatiche, monitorano e gestiscono le malattie, e consentono di seguire i movimenti di tutti gli animali di allevamento;
- Salute delle piante: individuare ed eradicare gli organismi nocivi in una fase precoce ne impedisce la diffusione e garantisce sementi sane;
- Contaminanti e residui: il monitoraggio tiene i contaminanti lontani da alimenti e mangimi. Si applicano limiti massimi di accettabilità ai prodotti alimentari e ai mangimi nazionali e importati.
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L’Efsa
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) fornisce consulenze scientifiche indipendenti e valutazioni dei rischi che confluiscono nelle norme di sicurezza alimentare dell’Ue.
Come fronteggiare la crisi
Di fronte all’insicurezza alimentare, sulla quale ha avuto un grosso impatto l’invasione russa in Ucraina, una delle principali priorità per i Paesi dell’Ue è quella di fronteggiarla aiutando proprio l’Ucraina ad esportare la sua produzione agroalimentare, che è stata gravemente compromessa.
L’Ucraina è infatti uno dei principali produttori ed esportatori di alimenti di base come il frumento e il granturco. Tra il 2016 e il 2021 circa il 90% delle sue esportazioni di frumento è stato destinato all’Africa e all’Asia, contribuendo alla sicurezza alimentare in alcune delle regioni più svantaggiate del mondo.
Con il blocco dei porti ucraini da parte della Russia dall’inizio della guerra, circa 20 milioni di tonnellate di cereali sono rimaste bloccate nei magazzini di stoccaggio sulle coste del Mar Nero.
Nel maggio 2022 la Commissione europea ha presentato un piano d’azione per creare corridoi di solidarietà Ue-Ucraina. L’obiettivo era predisporre rotte terrestri alternative allo scopo di aiutare l’Ucraina ad esportare i suoi prodotti agricoli:
- fornendo materiale rotabile, navi e camion per il trasporto merci;
- utilizzando in modo più efficace la capacità esistente delle reti di trasporto e dei terminali di trasbordo;
- semplificando e accelerando le operazioni doganali e altri controlli;
- consentendo l’immagazzinamento delle merci sul territorio dell’UE.
Dall’inizio delle operazioni nel maggio 2022 sono stati esportati attraverso i corridoi di solidarietà oltre 48 milioni di tonnellate di prodotti agricoli, tra cui cereali e semi oleosi.